MESSINA. Sarà chiesta l’archiviazione per Daniele Macris, il cinquantaseienne professore di latino e greco indagato per l’ipotesi di associazione con finalità di terrorismo o di eversione di ordine democratico nell’inchiesta sul ventinovenne G.R. accusato di combattere in cambio di un corrispettivo economico al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che, a partire dal 2014, si è sviluppato nel Donbass (Ucraina orientale), tra l’esercito ucraino e truppe filorusse. Macris, esattamente un anno fa, era stato raggiunto da un avviso di garanzia: oggi per lui l’inchiesta si chiude. Una storia, quella tra il docente e i territori ucraini contesi con la Russia, che affonda le radici nel passato: il 29 giugno 2018, nei locali della Comunità Ellenica dello Stretto, era stato inaugurato  il Centro di Rappresentanza della Repubblica Popolare di Lugansk: un’associazione culturale che ha come obiettivo quello di fornire “una corretta ed ampia informazione sul conflitto e superare silenzi, reticenze e menzogne del network”: Macris era presidente dell’ufficio di rappresentanza, oltre ad essere stato animatore del Centro di cultura italiana presso l’Università Statale Taras Shevchenko di Lugansk, e animatore dei gruppi Pro Novorossia e il Comitato Messina per il Donbass.

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Marcella MILLIMAGGI
Marcella MILLIMAGGI
8 Maggio 2022 9:52

Era l’ora!

Marcella MILLIMAGGI
Marcella MILLIMAGGI
8 Maggio 2022 10:00

Comprendo bene mettere la foto ed il nome e cognome del prof. Daniele Macris in un articolo che riguarda l’archiviazione della sua posizione, non ho mai compreso perché invece lo si sia fatto quando era solo inquisito e per altri si è sempre usato il garantismo più assoluto. La legge dovrebbe essere uguale per tutti!