MESSINA. Tra i primati che può vantare la città dello Stretto ce n’è uno piuttosto singolare: Messina è l’unica città del mondo ad aver riconosciuto come tale la Repubblica Popolare di Lugansk, uno Stato che si è dichiarato unilateralmente indipendente dall’Ucraina il 12 maggio 2014, a seguito di un referendum non riconosciuto dal governo centrale, e per questo realtà politica che nessuna nazione o organismo sovranazionale al mondo riconosce.

Quale è il legame fra Messina e la Repubblica Popolare di Lugansk? La passione di un professore di latino e greco, per iniziare, ed un curioso interesse da parte della politica. Lo scorso 29 giugno, nei locali della Comunità Ellenica dello Stretto, è stato inaugurato infatti il Centro di Rappresentanza della Repubblica Popolare di Lugansk: un’associazione culturale che ha come obiettivo quello di fornire “una corretta ed ampia informazione sul conflitto e superare silenzi, reticenze e menzogne del network”, come spiega il presidente dell’ufficio di rappresentanza, il professore di latino e greco al Liceo Maurolico Daniele Macris. Molti i politici presenti all’inaugurazione, fra i quali la deputata nazionale Ella Bucalo (FdI), il console onorario della federazione russa, nonché ex presidente della Provincia di Messina, Nanni Ricevuto, il deputato dell’assemblea siciliana di Diventerà bellissima Pino Galluzzo, il presidente della IV Circoscrizione Alberto De Luca e l’assessore alla Cultura della giunta De Luca Enzo Trimarchi.

 

L’assessore alla cultura del comune di Messina Enzo Trimarchi e Daniele Macris

 

da sinistra: Nanni Ricevuto, Pino Galluzzo, Ella Bucalo

 

Di cosa si tratta esattamente lo spiega lo stesso Daniele Macris, che sull’argomento è molto ferrato: oltre ad essere animatore del Centro di cultura italiana presso l’Università Statale Taras Shevchenko di Lugansk, Macris è anche animatore dei gruppi Pro Novorossia e il Comitato Messina per il Donbass (“sono pagine Facebook”, minimizza però il professore), per tramite dei quali raccolgono fondi, medicine e indumenti per la popolazione colpita dalla guerra contro l’esercito ucraino. “È un’associazione umanitaria che si incarica di aiutare una popolazione, quella della repubblica di Lugansk, oppressa dal governo neonazista ucraino”, spiega con veemenza.

L’accusa di neonazismo rivolta da Macris al governo ucraino è piuttosto peculiare: a prendere parte all’incontro, ma in videoconferenza dall’Ucraina, seduto accanto ad una delegazione delle Governo e del Parlamento della repubblica autoproclamata, anche il responsabile del Centro Italiano a Lugansk, Andrea Palmeri, detto il “generalissimo”, esponente della destra radicale di Lucca con vari precedenti penali che da anni  si è unito alle milizie filorusse per combattere contro il governo di Kiev. “Andrea Palmeri, si trova lì dal 2014, inaspettatamente ha presenziato in quella diretta. Dopo la fondazione del centro è stato dichiarato latitante, non potevamo saperlo (sebbene avesse già dei precedenti, ndr)”, si giustifica Macris, tagliando corto. Per un bizzarro cortocircuito, la causa separatista delle due repubbliche dell’Ucraina orientale (l’altra è la “Repubblica popolare di Doneck”, dalla storia pressochè identica)  attrae in egual misura esponenti della sinistra radicale e dell’ultradestra, i primi in chiave terzomondista e antiliberista, i secondi attirati da un punto di vista nazionalista e sovranista. Nella pagina Facebook del Centro, infatti, si pubblicano con egual frequenza video e testimonianze che più lontane non si potrebbe: da appuntamenti in cui si discute di “identità, sovranità e nuova sintesi tra destra e Lega”, a messaggi di sostegno ai popoli in conflitto nel Donbass da parte della Banda Bassotti, storica band di orientamento molto, molto comunista.

 

Andrea Palmeri

 

Tornando a Messina, di cosa si occupa esattamente il Centro di rappresentanza? Attualmente situato “in una camera di casa mia”, come racconta il professore, non è un organo amministrativo, ovviamente, e non può intrattenere alcun contatto diplomatico con un territorio che il resto del mondo non riconosce come nazione. E quindi? Sensibilizza. «Su quello che ha subito e ancora subisce la popolazione – precisa Macris – Vogliamo fornire un’informazione equilibrata su cosa sta succedendo. Non è giusto che l’Italia resti insensibile, ed è giusto che l’Europa si assuma la responsabilità di quello che sta accadendo. Noi spingiamo per l’urgenza e la necessità di trovare la pace. L’interesse, a causa della scarsa attenzione alle vicende, non può essere vasto, ma è limitato per ora a chi segue gli eventi in modo autonomo. Dobbiamo coinvolgere una platea più ampia e sensibilizzare quanti più cittadini possibile».  Macris parla al plurale, ma specifica che “non abbiamo fatto ancora un tesseramento, sebbene ci sia un buon numero di simpatizzanti. I soci fondatori sono Giuseppe Carbone e Pasquale Calapso. Ancora non abbiamo organizzato quasi nulla di concreto, data anche la parentesi estiva», ammette il professore, che cita una mostra di fotografia a Lamezia Terme e una raccolta fondi per qualche orfanotrofio.

Pur non riconosciuta a nessun livello dai governi nazionali, la repubblica di Lugansk (e la gemella, quella di Donetsk, entrambe territorio del Donbass e separatiste dall’Ucraina, al centro di un tentativo di federazione nella “Nuova Russia”, durato più o meno un anno) ha un posto speciale nei pensieri di Macris, che nel 2015, all’indomani dei conflitti in Ucraina ha raccolto e consegnato denaro alle popolazioni dei territori: 150 euro sono stati donati ai genitori di un bambino sordomuto, 400 euro sono stati destinati a comprare materiale didattico per il centro per bambini disabili di Donetsk, mentre altri 150 euro sono stati donati per l’acquisto di una protesi per una madre mutilata dai bombardamenti dell’esercito ucraino.

Le comunità internazionali, invece, ritengono che dietro le due repubbliche separatiste ci siano le mire espansionistiche russe, e una mistura di estrema destra e “pan-slavismo”, mentre l’Ucraina considera il territorio controllato dai separatisti come territorio temporaneamente occupato da gruppi armati illegali e da truppe della Federazione Russa. “Quello ucraino è un governo neonazista, e l’Europa è responsabile di questa situazione”, è invece l’opinione di Macris.

 

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