Narcos

L’agente della DEA Steve Murphy, in missione in Sud America per conto degli Stati Uniti, collabora con il collega dell’antidroga Javier Peña con l’obiettivo di catturare il boss della cocaina più potente e pericoloso del paese: Sua Maestà Pablo Emilio Escobar Gaviria, a capo del Cartello di Medellín. Basata – ovviamente – su una storia vera, la fortunata serie tv di Netflix è il resoconto di una delle pagine più controverse della storia colombiana e racconta con scrupolo filologico la nascita, la consacrazione e la caduta di un pazzo sanguinario dal cuore tenero per cui è impossibile non parteggiare.  Sebbene sia caratterizzata da un taglio quasi documentaristico, con filmati d’epoca e riferimenti costanti alla situazione socio-politica di quegli anni, la serie alterna magistralmente verità e finzione,  cronaca e realismo magico,  senza che mai la narrazione perda veridizione e la descrizione storica la sua verve letteraria (malgrado l’inevitabile spoiler). Da segnalare l’ottima performance di Wagner Moura, del tutto a suo agio nei panni di un Don Pablo indolente e spietato, e la canzone di apertura “Tuyo” di Rodrigo Amarante, capace di insediarsi nella mente dello spettatore al pari del ricorrente diktat intimidatorio (“Plata o Plomo”) divenuto ormai un fenomeno virale.

 




 

 

 

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