MESSINA. Cari presidente, consiglieri d’amministrazione, dirigenti e funzionari dell’Atm, io non so cosa esattamente abbiate avuto in mente quando avete deciso di sopprimere due corse della linea 29 per Castanea. So però cosa ho pensato quando ho letto le modifiche: “E ora che cazzo faccio quando esco dalla redazione alle 18?”, visto che il bus successivo, l’ultimo della giornata, è alle 20:45 e quello precedente parte alle 16.20. La corsa che avete deciso di cancellare con la rimodulazione del piano trasporti dell’Atm, quella delle 18:35, è esattamente quella che di solito io prendevo per tornare a casa la sera dopo il lavoro. E come me moltissimi viaggiatori che riempivano il bus.

Tagliare una corsa ad una linea che ha già un bus ogni 2 ore e 10 min, vuol dire creare un buco di 4 ore e mezza ad un abitante. Non parliamone poi se quel bus, a quella determinata ora, rischia di esplodere per quante sono le persone che ci salgono.

Certo, io potrei prendere la linea 30 delle 18:30 e arrivare a Castanea ugualmente senza aspettare le 20:45, facendomi “solamente” mezz’ora in più di viaggio attraverso i villaggi della zona nord. Lo farò perché sono obbligato a farlo e, come me, tutti gli altri con cui ci stringevamo all’interno dell’ex 29 delle 18:35. Ma forse non conoscete la situazione della linea 30, che non è più confortevole: anche i passeggeri di quel bus viaggiano molto stretti per la quantità eccessiva di passeggeri.

Lascio all’immaginazione del lettore l’odissea che affronteremo tutte le sere: su un’unica vettura il numero di viaggiatori di due bus pieni, cosa che già succede quando una delle due corse salta.

L’imprevisto può essere accettato ma una condizione dettata da un “piano” che sembra frutto della disconoscenza della realtà (perché non credo che qualcuno di quelli che si siede a tavolino si sia mai fatto un giro sul 29 delle 18:35) è platealmente discutibile. Ci tengo pertanto a sottolineare che la fisica non è un’opinione e che lo spazio è limitato (o almeno lo è quello all’interno di un veicolo).

La foto in alto è stata scattata solo ieri purtroppo e, anche se già si palesa benissimo la confusione, le testimonianze di alcuni passeggeri hanno descritto quanto martedì (giorno in cui sono entrate in vigore le modifiche) il bus fosse “strapieno”, segno che gli abituali viaggiatori dei colli hanno dovuto provvedere diversamente.

Dopo il primo cambiamento all’intero sistema dei trasporti pubblici, mi sono chiesto come mai la “rivoluzione di ottobre” (forse avviata dal sindaco Cateno De Luca nel periodo autunnale per seguire le orme di Lenin e abbattere il vecchio impero) non avesse colpito anche i villaggi di Salice, Castanea e delle Masse. Come risposta ho pensato che le corse fossero già ridotte al minimo e che quindi sopprimerne ancora sarebbe stato un prendersi gioco degli abitanti di una zona che ha richiesto una scissione dal proprio Comune.

“Hanno ragione, il Palazzo non ha tenuto conto delle esigenze delle periferie, su questo non ci sono dubbi. Ma oggi stiamo cercando di fare un lavoro strutturale che parta proprio da lì e credo che già i prossimi segnali saranno indirizzati in tal senso. […] In questa fase transitoria le diminuzioni sono state ovunque, ma ora c’è il nuovo piano che l’Atm presenterà e che tiene conto esattamente di questo”, aveva dichiarato il sindaco Cateno De Luca dopo aver saputo le motivazioni della richiesta del referendum comunale, rassicurando i cittadini dei villaggi che fino a quel momento erano stati isolati senza avere voce in capitolo. Forse l’ipotesi di una separazione aveva fatto svegliare “Messina centro”?

E invece l’Amministrazione De Luca mi aveva illuso: il piano Atm per noi è arrivato con un leggero ritardo, ma continuando sulla stessa scia di disastri che ha caratterizzato il rapporto coi villaggi in periferia. Il bersaglio era in un primo momento sfuggito al mirino del Cda che con questo intervento ha colpito con estrema precisione.

Leggendo il nuovo piano, entrato in vigore martedì 26 marzo e non ancora aggiornato sul sito istituzionale dell’Azienta trasporti (giusto per aggiungere la beffa al danno), ho compreso che nessun membro del Consiglio ha mai preso probabilmente una delle due linee bus che arrivano a Castanea, Massa San Giornrgio, Massa Santa Lucia, Massa San Nicola e Massa San Giovanni, e mi sono chiesto se non fosse il caso di portarli a fare un giro turistico. Quantomeno la linea 30 non ha subito variazioni e continuerà a partire ogni 2 ore e 10 min; mentre l’altra corsa del 29 che è stata cancellata è quella delle 9:55.

Cosa dovremmo fare noi cittadini di una zona completamente abbandonata a se stessa? Protestare contro dei tagli assurdi? L’unica soluzione che pare possibile al momento è quella di una scissione: se ci isolano è inutile stare fermi a guardare e aspettare di essere buttati del tutto fuori, mentre continua sempre più a prendere forma (grazie anche all’assente attività dell’amministrazione per i villaggi) la scelta di non voler più dipendere da piani realizzati e modificati senza tenere conto delle esigenze dell’utenza più geograficamente svantaggiata.

A questo punto, dati i recenti avvenimenti e dato che nemmeno l’ipotesi di un referendum ha “spaventato” l’Amministrazione, e visto che per tornare a casa la sera in una condizione dignitosa dobbiamo provvedere da noi, non ha alcun senso rimanere legati formalmente ad un Comune che nel concreto ostacola le nostre attività e i nostri spostamenti quotidiani. Credo che Atm e De Luca abbiano appena spezzato un altro di quei fili che trattengono Castanea a Messina: gli resta solo da sopprimere l’intera linea e, a quel punto, potrebbero essere gli abitanti dei villaggi della zona nord ad “assaltare il Palazzo d’Inverno”.

 

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Domenica Giliberto
Domenica Giliberto
29 Marzo 2019 23:50

Con i figli della mia badante, buoni lettori 13 e 15 anni, grazie all’utilizzo della parola “cazzo” nel suo intervento firmato, le nostre riflessioni si sono spostate dall’Atm ai registri linguistici, all’opportunitá di certi termini in contesti opportuni, all’autorevolezza e al ruolo dell’informazione, alle mode e agli appiattimenti, al rigore. Alle brutture da cui non bisogna lasciarsi inquinare

mm
Editor
30 Marzo 2019 0:28

Ricordiamo ancora con nostalgia il commento sui rumorini della sua cagnetta Lillà provocati dalle colichette, quello sì pregnante e delicato. Ci faccia sapere cosa ne avete concluso, dopo che l’intervento si è spostato dall’Atm ai registri linguistici e tutto il resto che ha elencato

Vera Nicolosi
Vera Nicolosi
30 Marzo 2019 10:18

Mi sembra strano Che alla signora risponde lei invece di chi ha scritto l’articolo

mm
Editor
30 Marzo 2019 11:00

A me interessano le vostre riflessioni sui registri linguistici. Sono molto curioso

Domenica Giliberto
Domenica Giliberto
29 Marzo 2019 23:54

buoni lettori di 13 e 15 anni

Vera Nicolosi
Vera Nicolosi
30 Marzo 2019 10:26

Mi sembra strano Che alla signora risponde lei invece di chi ha scritto l’articolo

Domenica Giliberto
Domenica Giliberto
30 Marzo 2019 13:24

Il tono con cui vi schernite di una lettrice mi impressiona e mi spaventa.  Un giornale forma i suoi lettori (specie se giovani) oltre a informarli? L’autore del pezzo in questione, la cui voce non sembra comparire tra i commenti, risponda da autore. Gli interessi di bottega sono una cosa, fare la figura del garzone è un’altra.

mm
Editor
30 Marzo 2019 13:41

Signora, l’autore risponderà se lo riterrà opportuno. Nel frattempo rispondo io, se me lo concede. Poi personalmente non ho capito che cosa dovrebbe commentare. Che ha usato il termine cazzo in un blog? Sul serio?

mm
Editor
1 Aprile 2019 1:06

Risposta secca: no, un giornale informa, per i ruoli pedagogici c’era la Pravda, modello al quale non aspiriamo e non ci ispiriamo. Sulla questione ha risposto il direttore, che in quanto responsabile è a conoscenza e condivide pienamente il contenuto del blog; l’autore risponderà se e quando vorrà, e soprattutto se riterrà che la faccenda sia di suo interesse, invece che una provocazione come ha tutta l’aria di essere. Speriamo che la questione sia chiara

Domenica Giliberto
Domenica Giliberto
30 Marzo 2019 21:37

Lei personalmente non ha capito cosa l’autore dovrebbe commentare. Intanto si è fatto carico di tenere alta la guardia in questa briscola col fantasma

Domenika Giliberto
Domenika Giliberto
2 Aprile 2019 17:10

Quando un messaggio ha valore di informazione, esso cambia lo stato del sistema di cui fa parte l’osservatore, riducendone l’incertezza e quindi modificandolo. L’informazione è sempre formativa (non grossolanamente pedagogica) perchè cambia chi la riceve.

mm
Editor
2 Aprile 2019 17:20

E in cosa lo stato del sistema ne sarebbe perturbato (visto che sembra la descrizione della meccanica quantistica, utilizzeremo un linguaggio adeguato) se non in meglio, visto che l’informazione non solo è corretta dal punto di vista giornalistico, ma è persino rafforzata dalle modalità in cui è stata espressa, che riflettono esattamente il senso di frustrazione e disappunto (avremmo usato “incazzatura”, ma meglio evitare altri venti messaggi piccati) rispetto all’intollerabile situazione?

Domenika Giliberto
Domenika Giliberto
2 Aprile 2019 17:58

Certo che era provocazione la mia, da lettrice, vecchia. Nessun moralismo, soltanto amore. Da Marziale a Bukowski, da La bustina di Minerva a Savage Love

Domenika Giliberto
Domenika Giliberto
2 Aprile 2019 23:36

In modo poco simpatico e originale (troppo Luca Sofri e il Post.it) un direttore di giornale difende un testo apparso sul suo giornale ironizzando su concetti fondamentali della teoria delle comunicazioni (che sembra ahimè ignorare).