Eravamo pronti coi caroselli, i tricolori sotto braccio e i clacson per starnazzare in città la nostra ritrovata libertà. Questo nei sogni bagnati di alcuni, altri più realisti speravano solo di poter avere qualche margine in più per girare per le vie. Nulla di tutto questo, la vostra fiducia è stata tradita e questo fatto ci insegna due cose: la prima, mai riporre la propria fiducia nelle persone; la seconda, fidatevi solo della musica, anche a costo di correre il rischio che al primo black out non ci sia più. Oggi, come ogni lunedì, vi proponiamo cinque alternative al riguardo.

Ghemon – Champagne

Fidarsi della musica: bene. Fidarsi della gente: mmmm. Ghemon, da quando lo seguo, ha sempre dimostrato di fidarsi di sé e questo è concesso, anche perché i risultati sono evidentemente buoni. Scritto nelle stelle è uscito lo scorso weekend dopo un’attesa quasi decennale con vari cambi di tragitto che però hanno portato al risultato giusto, ovvero un disco che racchiude in sé la sintesi del cantante emozionale avellinese. OrchIDEE e Mezzanotte sono qua dentro, la loro unione ha dato alla luce un disco maturo in cui Ghemon svaria, riscrive la sua storia, incide su disco il suo successo. Prendiamo Champagne solo perché è uno dei due episodi che possono sostenere la tesi “Fidarsi delle persone: mmmm”, perché Scritto nelle stelle è un album da ascoltare tutto d’un fiato, specie con il distanziamento sociale perché quella dedica che tanto vorreste fare con il cuore in mano viene meglio con Ghemon in sottofondo.

Dargen D’Amico – In loop (la forma di un cuore) feat Two Fingerz

“Come posso fidarmi di una musica che al primo black out non c’è più?”, si chiedeva (ispirando inconsapevolmente l’introduzione della playlist odierna) Dargen D’Amico nel 2010, in D’ parte seconda, EP che poi uscirà l’anno dopo anche in CD’. La risposta ce la dà indirettamente nella terza strofa, con quel “La mia musica è bisogno d’aria” che introduce una sedici bellissima in cui emerge un concetto in cui è semplice ritrovarsi (“Quando tutti ti danno contro trovi chi ti asseconda / nascosto in qualche disco a notte fonda”). Dargen è fuori da poco con un nuovo singolo, La vocina nella testa, e tutto ciò non può che essere di buon auspicio: chi conta c’è sempre.

Robin Sparkles – Let’s Go To The Mall

Disobbedienza sociale: Cobie Smulders in How I met your mother ha vestito i panni di Robin Scherbatsky (tengo a specificare: scritto senza copincolla), la quale nella sua giovinezza canadese aveva un passato da popstar con il nome d’arte di Robin Sparkles, il cui massimo successo è stato Let’s go to the mall. Pensate come cambiano i tempi e come, ad oggi, andare al centro commerciale rischi di diventare un atto quasi sovversivo. Negli anni ’80, nei meravigliosi anni ’80, quell’abbigliamento di dubbio gusto e i capelli impomatati invece facevano trasparire questa incredibile gioia di vivere anche in queste situazioni. Comunque, a Cesare quel che è di Cesare: Cobie Smulders sta bene in qualunque situazione, e a me è anche piaciuto il finale di HIMYM. Così, per darvi un motivo in più per dubitare dei miei gusti. Per il finale, intendo. Se non vi piace Cobie voi avete solo un pessimo gusto.

The Human League – Don’t you want me

È che ormai che eravamo negli anni ’80 non mi andava di tornare subito ai giorni nostri, per cui stiamo lì un altro giro, un’altra danza in compagnia stavolta degli Human league con un classicone clamoroso, questa Don’t you want me che (spoiler) non è un messaggio arrivatomi da Cobie Smulders. Inaspettatamente e incredibilmente, concordo con voi. Inizio anni ’80, Don’t you want me è il quarto estratto da Dare, terzo disco dei britannici, chiaramente il maggior successo commerciale dell’album. L’altro giorno ho scoperto che anche gli Alcazar hanno rivisitato questo pezzo a inizio anni zero, però sentirlo per me è stato un po’ come piangere in discoteca.

Starland Vocal Band – Afternoon delight

Ci sono giorni in cui vorrei vivere nella casa modello di Arrested development, un’abitazione in cui non ci sarebbero mai stati problemi relativi a congiunti di vario tipo dato che la famiglia Bluth a quanto pare bene o male se la sa cavare; ho iniziato questa serie durante la quarantena, sono a metà seconda stagione per cui facciamo un patto: io vi passo la musica e voi non spoilerate, ok? Bene, grazie. La quarantena, dicevo, mi ha fatto scoprire questa comedy, anche se mi ha spiazzato all’inizio perché ero convinto fosse più recente e vedere Michael Cera così giovane mi sembrava davvero troppo. Comunque, dagli anni ’80 andiamo un po’ indietro per questa Afternoon delight, brano il cui testo non ricalca esattamente la delicatezza della melodia e che ho molto apprezzato proprio in un episodio di Arrested development, ma il no spoiler è una strada a doppia corsia quindi non aggiungo altro, se non una considerazione a tema anche con il DPCM: i congiunti non sono i fidanzati o le fidanzate.

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