Minarsela
Riferito letteralmente alla pratica onanistica in senso stretto, il termine minarsela ha assunto nel tempo un significato più ampio, connotando genericamente il non far nulla, lo stare con le mani in mano, il lasciare che il tempo ci scorra addosso.
È un rito democratico ed ecumenico, che appassiona uomini e donne, ricchi e poveri, giovani e meno giovani. Lo si pratica in casa nelle domeniche d’ozio, seduti al tavolino del bar in un’assolata giornata d’aprile e persino sul lavoro, quando il clima è troppo mite e la noia troppo intensa per sforzare le membra o le meningi. Connesso all’imperativo “quello che che ho da fare oggi posso farlo tranquillamente domani”, il minarsela è una scuola di pensiero, un imperativo morale, un approccio consapevole e indisciplinato nei confronti dell’esistenza. Il generico e banale cazzeggio elevato all’ennesima potenza.
Che stai facendo? Niente, me la mino. Basta dirlo e di colpo ci si sente più sereni. In pace con il mondo.
very good!
Mammafausa mi ha fatto ricordare di un gioco che facevamo da bambini forse era a “nascondino”?
mi hai fatto ridere, bravo!
al prossimo giro mettici dentro anche “masticante”, un capolavoro senza tempo
quoto! “masticante” è un capolavoro linguistico messinese doc!
In effetti masticante meritava
Mi sembra come minimo esagerato il sottotitolo (parole con la M che esistono SOLO (sic!) a Messina), dal momento che alcune parole (minarsela, manciaçiumi) sono almeno pansiciliane. In questi casi, invece di Wittgenstein, basterebbe un vocabolario dialettale per rendersene conto.
“Milla” che bell’articolo!!
Suffareddu. Lo dice sempre mia mamma ai miei figli. Ma chi aviti u suffareddu ‘nto culu? Per indicare la loro irrequietezza e l’ essere molto vispi.
Sciabbacheddu oltre per indicare il pesce, serve ad indicare la presenza in un luogo di ragazzini.
‘Nto viali oggi c’era un saccu i sciabbacheddu
Grande Marino! …alla voce “minarsela” aggiungerei l’evocativo (e mai sentito altrove) “minarla alle bratte” (dicasi di azione inutile, inconcludente)