MESSINA. Alla fine le delibere non saranno 42 ma “trenta o trentadue”, e però andranno votate tutte: è così che il sindaco Cateno De Luca ha spiegato la maratona d’aula che aspetta il consiglio comunale da domani a tutti il resto della prossima settimana, fino all’approvazione finale del piano di riequilibrio del 23 novembre.

E i consiglieri hanno tirato mezzo sospiro di sollievo. “Sei o sette delibere le abbiamo accorpate, quindi alla fine saranno trenta o trentadue, e da domani inizieremo a mandarle in commissione”, ha spiegato ieri il sindaco. Le prime ad arrivare sul tavolo della presidenza del consiglio comunale saranno quelle sui Servizi sociali, ha spiegato De Luca. Che però, di indorare la pillola ai consiglieri nemmeno ci ha provato. “Non si tratta di un quadro semplice, e non è detto che l’approvazione del riequilibrio ci salvi, perchè abbiamo una serie di debiti che rappresenta la vera spada di Damocle, e anche la dilazione deve risultare da accordi scritti”. Quello che tiene sveglio la notte il sindaco sono i 220 milioni di euro di debiti, ma soprattutto gli oltre diciassettemila creditori, ai quali chiederà di rinunciare alla metà del credito nei confronti del Comune. “Spero di convincerne l’80%, anche il 90%”, ha spiegato in aula.

Ai consiglieri più riottosi (praticamente tutto il Pd) che già ieri avevano chiesto lumi sul perchè di alcune delle 42 delibere che ritenevano c’entrassero poco col piano di riequilibrio, De Luca ha risposto laconico: “Io non so come si è votato il precedente piano di riequilibrio, ma le delibere che abbiamo preparato sono tutte connesse, io posso spiegarvi perchè ognuna di esse è consequenziale all’altra. Non possiamo approvare un piano di riequilibrio che abbia troppi elementi indefiniti, ce lo vieta la Corte dei conti”.

Anche sui tempi ristrettissimi, che ad alcuni (sempre il Pd) non tornavano, De Luca ha risposto: “Il documento deve rispettare la tempistica delle norme, i tempi sono dettati dalla necessità, e il ritardo è stato giustificato anche dal fatto che certi numeri che errano stati inseriti nel piano di riequilibrio certi non erano. Non abbiamo perso tempo per le concertazioni, e vi assicuro che non è un quadro confortante. Ci troviamo con la mannaia il 23 a mezzanotte, ma successivamente ci sono cinque giorni per confezionare tutti gli atti e trasmetterli”, ha tentato di tranquillizzare l’aula De Luca. Ma non c’è riuscito granchè. la prossima sarà una lunga settimana.

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