MESSINA. Una delibera ogni due ore, ipotizzando che i consiglieri comunali salutino familiari, amici e parenti, e per tre giorni interi, 72 ore, non abbandonino l’aula nemmeno per un minuto: questo comporterebbe il cronoprogramma stilato dal sindaco Cateno De Luca per le quarantadue delibere da votare, “propedeutiche” all’approvazione del piano di riequilibrio.

Tempi irreali che a qualche consigliere hanno fatto saltare la mosca al naso. Ad Antonella Russo e Felice Calabrò del Pd, per esempio. “Siamo lontani anni luce dall’avere gli elementi necessari al piano di riequilibrio – hanno dichiarato i due – Non è questione del tempo, ma di come è stato speso questo tempo. E con quel cronoprogramma dubitiamo fortemente di essere messi in condizione di esercitare il potere di controllo che è proprio del consiglio comunale”. Oltre che per i tempi ristrettissimi, i due esponenti del Pd hanno dubbi anche sulle delibere che saranno portate in aula.

“Il sindaco non ha portato le transazioni e non ha portato i debiti fuori bilancio, per i quali ha solo previsto una delibera di indirizzo, e non ha portato nemmeno il consuntivo 2017, per il quale da mesi ci sarebbe un commissario ad acta, che non si è mai visto. In compenso ci sono delibere, come quelle di costituzione di partecipate, che meriterebbero altri approfondimenti, e che non hanno alcuna relazione col piano di riequilibrio”.

Un altro aspetto da non trascurare lo sottolinea Antonella Russo: “Avremmo un solo giorno per votare il riequilibrio, o la va o la spacca: saremmo impossibilitati ad aggiornarci e approvarlo il giorno dopo nel caso in cui cadesse il numero legale”.

A domandarsi come mai il termine del 23 novembre è invece Alessandro Russo (LiberaMe): “Questo della rimodulazione del piano di riequilibrio è un caso unico (previsto per le amministrazioni neo insediate) normato dal comma 5 dell’art. 243 bis del Tuel, che prevede espressamente che la nuova amministrazione ha facoltà di rimodulare un piano non approvato dal Ministero entro 60 giorni dalla presentazione della relazione di cui all’art. 4bis, comma 2, del D Lgs 149/2011, ossia della relazione di inizio mandato. Orbene – spiega Russo – la relazione lui l’ha presentata il 5 ottobre, e da allora scattano i sessanta giorni. Quindi non si capisce perché deve dare come termine ultimo il 23 novembre. Potrebbe serenamente essere allungato fino al 3 dicembre, dandoci il tempo minimo necessario di studio. Oppure – conclude Alessandro Russo – entro il 23 di discute e si approva solo il piano di riequilibrio con i suoi numeri e le sue cifre, e si rimanda a dopo l’approvazione, la discussione ed il voto delle altre delibere”.

 

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