MESSINA. Oltre diciassettemila creditori attendono di essere pagati dal comune di Messina. Da anni. Alcuni da decenni. E “avanzano” più di 220 milioni di euro. E’ il totale dei debiti che Palazzo Zanca ha accumulato negli anni e sancito da sentenze definitive ed esecutive. Lo ha certificato il sindaco Cateno De Luca, in aula, sventolando un foglietto sul quale, in tempo reale, gli uffici finanziari del Comune riportavano le somme che andranno inserite nel piano di riequilibrio.

Una radiografia molto particolare, quella del debito di palazzo Zanca, in cui un pugno di creditori detengono più dell’80% del totale dei debiti del Comune: in 511 attendono 112 milioni, mentre 147, potenzialmente i più “facoltosi”, sono titolari dei debiti sopra i 50mila euro, che in totale ammontano a 82 milioni.

Poi c’è la “minutaglia”, che in decenni il Comune non è riuscito a smaltire: 22 milioni di debiti da “responsabilità extracontrattuale”, che derivano da 1928 sentenze, e l’incredibile numero di 14699 sentenze (vinte) di opposizione a contravvenzioni, che dal punto di vista finanziario incidono però per soli quattro milioni di euro.

Come se ne esce? Con transazioni da stipulare con i creditori di buona volontà (e poca pazienza): metà del dovuto, quindi un abbattimento per rinuncia al 50% del credito, subito, in due rate in due anni. Oppure, per chi magari aspetta da  anni di essere pagato e di sconti al Comune non vuole farne, la somma intera ma dilazionata fino alla fine del piano di riequilibrio, nel 2034. In entrambe le soluzioni, un sostanzioso contributo lo darebbe il fondo di rotazione al quale accedono i comuni il cui piano di riequilibrio è approvato, più o meno 70 milioni di euro.

In aula, il sindaco Cateno De Luca si è detto fiducioso, incrociando le dita, di poter convincere l’80% (azzardando anche il 90%) di creditori ad accettare la transazione. Altrimenti lo spettro del fallimento del Comune potrebbe diventare realtà.

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