MESSINA. Non è ancora ben chiaro cosa ne sarà dell’attuale tranvia di Messina, che nel giro di appena qualche mese è stata oggetto di proposte fra le più disparate. Finito nel mirino del sindaco in campagna elettorale, quando De Luca annunciò la ventura realizzazione di una monorotaia sospesa, con tanto di visita dei rappresentanti di SkyWay in città, il tanto discusso tram a quanto pare non verrà più dismesso, malgrado i ripetuti annunci e le varie invettive sulla sua presunta inutilità. Proprio stamani, infatti, nel corso di un confronto sulla riqualificazione della tranvia, a cui hanno preso parte il sindaco Cateno De Luca, il vicesindaco Salvatore Mondello e i vertici dell’Atm, è emersa l’intenzione di rimodularne il percorso, con l’eventualità di modificare il tragitto nelle zone di Provinciale – Palazzo Palano, Cortina del Porto e FieraNel medio e lungo periodo, invece, l’obiettivo è quello di sostituire le attuali tecnologie, considerate “obsolete e poco funzionali per le esigenze della città”. A tal proposito, il comune di Messina parteciperà ad un bando, in scadenza al 31 dicembre, con un monte finanziamenti di due miliardi. Ancora misteriose le specifiche del progetto. Quello che è trapelato è che la nuova linea, il cui percorso non è stato ancora definito, non correrà più interamente su corsia protetta, per evitare la “cesura” che nell’opinione comune è responsabile di nuocere alle iniziative commerciali: quindi dovrebbero essere abbattute le barriere nel viale della Libertà zona Fiera, nella cortina del porto e a Provinciale.

“Il nostro obiettivo – ha dichiarato il Sindaco – è quello di coniugare l’efficienza del servizio reso ai cittadini con la tenuta dei conti dell’Azienda. Un compito arduo, per il quale stiamo mettendo in campo tutte le nostre energie. Restituire all’Atm nel suo complesso, la funzione di supporto significativo nell’ambito complessivo della mobilità urbana, è una sfida per la quale ci stiamo impegnando al massimo, nonostante la situazione drammatica nella quale versa l’Azienda”. Nel corso dell’incontro odierno, i vertici dell’Atm hanno esposto le difficoltà con le quali si confrontano quotidianamente, a partire dalla necessità di ottimizzare le risorse umane e quelle economiche, fino alla copertura integrale dei percorsi. “Le caratteristiche geomorfologiche della città rendono particolarmente difficile garantire il servizio – spiega invece Mondello – per la cui copertura sono necessarie soluzioni anche sperimentali sull’integrazione dei mezzi. Per tale ragione accogliamo le segnalazioni del territorio, con l’obiettivo di offrire efficienza nel più breve tempo possibile”.

Il nuovo tram è solo la punta dell’Iceberg delle strategie in materia di trasporti da parte dell’amministrazione: tra giovedi e venerdi arriverà al tavolo la bozza di proposta di delibera per la messa in liquidazione, con un excursus che partirà dal 2002, anno a partire dal quale non si approvano i bilanci. Sembrava mancassero i dati finanziari del 2017 per poter completare la delibera, ma il presidente Pippo Campagna qualche giorno fa ha rassicurato tutti: “ci sono”. Come si allineano sedici bilanci? Con il bilancio unico di liquidazione: “L’Atm, allo stato in cui è, non si salva”, ha spiegato De Luca, ribadendo e motivando la necessità di costituire una nuova società.

Poi lo statuto della nuova società: azienda pubblica, si propende per una società per azioni in house providing. Da questo discenderà il nuovo contratto di servizio 2019/2021, che andrà reimpostato, ed il nuovo piano industriale che prevederà servizi aggiuntivi quali il trasporto scolastico ed il sistema ganasce che dovrebbe fungere da deterrente al parcheggio selvaggio. Quindi c’è la valorizzazione immobiliare dello stabile Atm, attualmente di proprietà del Comune, e la volontà di creare l’officina unica del “gruppo pubblico locale”, che servirebbe tutte le partecipate e il parco automezzi di Palazzo Zanca. Questo comporterebbe una mobilità tra partecipate.

Proprio sulla privatizzazione lo scorso lunedì De Luca ci ha tenuto a precisare: “Non abbiamo mai posto il tema se non sul settore dei rifiuti, che faceva parte del nostro programma. Il consiglio comunale ha emendato la questione (con un emendamento per cui la maggioranza della società che si occupa di rifiuti deve essere pubblica, ndr), io ho dato il parere favorevole e lì si è chiusa la partita. L’Atm è e rimarrà interamente pubblica“.

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