MESSINA. “Una bomba a orologeria. Non è possibile aspettare di fare la conta dei danni per intervenire, la prevenzione è la sola arma a nostra disposizione”. Così Giandomenico La Fauci, consigliere comunale di Ora Messina, che denuncia le condizioni di alto rischio del torrente San Michele situato nella parte alta del viale Giostra. “Il ponte è l’unica via di accesso per i residenti di San Michele, una vasta area in costante crescita di popolazione. I mesi di settembre e ottobre sono, da sempre, il periodo dell’anno in cui si registrano le maggiori piogge con i possibili danni che ne conseguono. Gli interventi di pulizia e messa in sicurezza vanno effettuati adesso, è anzi già tardi date le continue piogge estive che coinvolgono la città di Messina in queste settimane. Fondamentale che la zona coperta dal ponte venga totalmente ripulita, un ingrossamento delle acque porterebbe, nel caso, a un aumento dei rischi. Negli anni scorsi – insiste La Fauci – si sono registrati svariati danni agli automezzi, veicoli che i residenti sono costretti a parcheggiare nell’alveo del torrente data la conformazione del tratto che non prevede aree di sosta e neanche marciapiedi pedonali. Non è plausibile accettare la passività in attesa che possa accadere una tragedia”. A peggiorare la situazione, già complessa, i forti incendi della scorsa estate: “La distruzione del verde collinare – spiega La Fauci – ha indebolito un territorio già fragile. Per questi motivi lanciamo l’allarme su una porzione di città ad alto rischio. Già tempo fa l’ex Ingegnere Capo del Genio Civile, oggi consigliere del M5s, Gaetano Sciacca si recò sul luogo interessato parlando di progetti per strade alternative. Ci piacerebbe sapere, a titolo solamente informativo, dove siano finiti questi progetti e perché non è stato fin qui possibile discuterne e attuarli. Chiediamo un lavoro in sinergia, nel rispetto delle competenze, di tutte le parti in causa: Regione, Genio Civile, Protezione Civile e amministrazione comunale”.

Sulla stessa riga il collega Francesco Pagano: “Già alla scorsa amministrazione avevamo chiesto un intervento massiccio sull’area interessata. Il primo intervento sarebbe quello di un rimboschimento per una parte totalmente distrutta dagli incendi della scorsa estate, così da creare terrazzamenti utili a far defluire l’acqua, nulla è mai stato fatto. Non solo San Michele quindi, il territorio da mettere sotto lente di ingrandimento è ancora più ampio coinvolgendo zone come l’Annunziata fino ai villaggi come Salice e Castanea. L’ingrossamento del torrente San Michele è la causa finale, la parte più evidente dei danni causati da un problema di dissesto territoriale ancora più vasto”. Come per La Fauci, anche per Francesco Pagano il torrente San Michele è l’esempio più chiaro di come sul tema torrenti ci sia ancora molto da fare: “La situazione dell’intera area messinese va segnalata e denunciata. A San Michele urge creare una valida alternativa per il transito dei mezzi, impossibile convivere con il pericolo costante. Siamo consapevoli – conclude Pagano – che le competenze siano da suddividere tra vari assessorati regionali con il parere del Genio Civile e della Protezione Civile a divenire fondamentali. Il nostro resta un invito a intervenire per la salvaguardia della cittadinanza. La questione risorse non ci deve preoccupare, spendere oggi significa non dover spendere ancora di più all’indomani dell’ennesima emergenza. Per questi motivi – sottolineano in coro Pagano e La Fauci – inviteremo tutti gli assessori regionali coinvolti per un sopralluogo, così da poter recepire e percepire al meglio il reale stato delle cose”.

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