MESSINA. E’ durato più o meno ventiquattrore il “patto per Messina”, quella sorta di accordo di non belligeranza tra i candidati sindaco Dino Bramanti e Cateno De Luca, per il quale è stata convocata un’apposita conferenza stampa, ieri mattina.

Perchè, oggi, il deputato regionale è tornato ad applicare le tattiche di guerriglia psicologica che fanno del suo profilo Facebook una interminabile sorgente di notizie. Se ieri Bramanti era un avversario al quale promettere lealtà, oggi verso mezzogiorno, scrive De Luca, “è nelle mani dei GE.GE alias Francantonio Genovese & Nino Germanà e loro sodali. Comunque ci incontreremo ancora – assicura il deputato regionale – per un pubblico confronto sul programma al fine di dimostrare alla città che noi possiamo rivoluzionare e rilanciare Messina mentre Dino, aldilà della sua veneranda inesperienza – sottolinea, giusto a scanso di equivoci – sostenuto dalla marmaglia politica che utilizza come un bancomat il palazzo municipale e le società partecipate”.

E se questo poteva essere uno sfogo sugli alleati, ma che non toccava direttamente Bramanti, per l’ex direttore scientifico dell’Irccs Neurolesi la frecciata personale è arrivata qualche ora dopo. In riferimento alla battuta sui gay di Bramanti (alla quale De Luca ha riso fragorosamente, prima di dissociarsene in un successivo comunicato), spiega che “si è fatto prendere dal malcelato nervosismo del confronto con me, unico e vero competitor che provocherà la sua sconfitta unitamente alla fezza politica che lo sostiene fermo restando tante brave persone che si trovano candidati per ordine di scuderia politica o per vincere qualche concorso a premi. Mi sono sentito in forte disagio quando ha proferito quella frase perché denota un substrato culturale dei pregiudizi e censocratico … chiedo scusa io anche per Dino perchè sono la causa del suo nervosismo … ci vorrebbe un buon neurologo … avete qualche suggerimento?”.

Ovviamente, non è solo Bramanti ad essere caduto vittima del “fair play” di De Luca. Ce n’è anche per Antonio Saitta, col quale perlomeno non è stato sottoscritto nessun accordo di non belligeranza, del quale De Luca ha scritto “Poverino…si sente orfano di Francantonio Genovese … Ha fatto il vicesindaco di Genovese senza avere mai avuto un voto … Non è mai stato eletto ma nominato più per meriti dinastici che per altro infatti nessuno si è mai accorto o reso conto che Antonio detto Saitta è stato sodale politico e vice sindaco di Francantonio detto Genovese …Ed ora ? Si sente sedotto ed abbandonato dal suo antico mentore Genovese ed i suoi sodali politici in quanti ora hanno scelto l’ingenuo Dino Bramanti …Poverino … dategli un Malox !”.

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