MESSINA. E’ diventata la polemica di fine estate, soppiantando quella sull’arrivo del Dalai Lama, e non accenna a placarsi: quello di intitolare ventuno strade senza nome di Ganzirri ad altrettante “madri costituenti” è un caso che ogni giorno si arricchisce di nuovi elementi.

E’ iniziato tutto con la richiesta inoltrata dal gruppo Pari opportunità di Cambiamo Messina dal basso e dall’associazione Toponomastica femminile di intitolare alle ventuno donne le strade del borgo marinaro, fino a quel momento anonime o identificate da sigle alfanumeriche. Decisione che ha fatto saltare la mosca al naso a Nino Principato, architetto, funzionario del Comune e appassionato di storia messinese, secondo il quale sarebbe stato più saggio privilegiare donne locali rispetto alle ventuno madri costituenti.

Sembrava fosse tutto finito lì, e invece era solo l’inizio: un botta e risposta tramite comunicati e social (“dov’era lei quando le strade sono rimaste senza nome per cinquant’anni?” “Io facevo parte delle commissioni, e ho bacchettato esattamente come oggi”, “Ah, si, e allora perchè intitoliamo strade a personaggi storici che non c’entrano nulla con Messina, Non ha nulla da ridire?” “Non c’entrano nulla? Studiate meglio“, e così via), è sfociato nella decisione di Principato di andare via da Facebook (la seconda in due settimane, la prima poi rientrata), e alla conseguente solidarietà da un lato e attacchi dall’altro. Nella questione, poi, si è inserito un elemento extra messinese: Dino Messina, giornalista del Corriere della Sera, è intervenuto con un commento che lascia poco spazio all’interpretazione: “Assurdo non celebrare le donne della Costituente

Come ultimo atto, arriva un “manifesto” firmato da tredici storici accademici, di Messina e Palermo, che tra l’altro rivendicano il titolo, “usurpato” a destra e a manca nella surreale discussione di questi giorni:

In questi giorni a Messina si è aperta una polemica piuttosto mediocre sull’opportunità di intitolare delle strade prive di denominazione alle 21 deputate all’Assemblea Costituente. Nei giorni scorsi sul Corriere della Sera, Dino Messina ha ricondotto la questione nei giusti termini. Scriviamo per far presente che in quanto docenti universitari, storici e cittadini di Messina siamo da tempo sulle stesse posizioni brillantemente illustrate da Dino Messina. Anzi, occorre precisare che il progetto di dedicare 21 strade alle deputate alla Costituente, pur essendo un’iniziativa nazionale, è stato promosso in loco dalla compianta collega M. Antonella Cocchiara, ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche e responsabile del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Messina. Come dovrebbe essere scontato, ciascuna città, oltre a celebrare le proprie memorie locali, deve anche ricordare e dare spazio nella propria toponomastica alle figure di levatura nazionale che hanno onorato il paese, nonché anche a personaggi storici di riconosciuto prestigio internazionale. La polemica che si è innescata è deplorevole, legata a beghe politiche localistiche, nonché indice di gretto provincialismo, cioè corrisponde all’esatto contrario di quello che noi come docenti universitari, dediti alla ricerca e alla formazione delle nuove generazioni di studenti e cittadini, sosteniamo. Per le predette ragioni riteniamo opportuno intitolare le strade prive di denominazione anche alle deputate alla Costituente”.
A firmare la nota sono stati Antonio Baglio, ricercatore e professore aggregato di Storia Contemporanea, Università di Messina, Salvatore Bottari, professore associato di Storia Moderna, Università di Messina, Giuseppe Bottaro, professore associato di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Messina, Vittoria Calabrò, professoressa associata di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina, Italia Cannataro, ricercatrice e professoressa aggregata di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Messina, Patrizia De Salvo, ricercatrice e professoressa aggregata di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina, Ida Fazio, professoressa associata di Storia Economica, Università di Palermo, Santi Fedele, professore ordinario di Storia Contemporanea, Università di Messina, Raffaele Manduca, ricercatore e professore aggregato di Storia Moderna, Università di Messina, Daniela Novarese, professoressa ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina, Giuseppe Restifo, professore ordinario di Storia Moderna, Università di Messina, Caterina Sindoni, professoressa associata di Storia della Pedagogia, Università di Messina, Salvatore Speziale, ricercatore e professore aggregato di Storia e Istituzioni dell’Africa, Università di Messina.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments