MESSINA. Alitalia dice addio all’aeroporto dello Stretto. La decisione dell’ex compagnia di bandiera era nell’aria, se ne attendeva solo l’ufficializzazione, e ieri è arrivata: dal 27 marzo, gli aerei col tricolore sul timone di coda non decolleranno più dal Tito Minniti. Ad essere cancellati saranno i cinquantasei voli settimanali che collegavano Reggio Calabria con Roma Fiumicino (38 voli), Milano Linate (14) e Torino (4).

I motivi li aveva spiegati il chief executive officer di Alitalia, Cramer Bell, in una risposta all’interpellanza parlamentare di Enzo Garofalo, deputato messinese del Ncd, il 12 gennaio 2017: “Con 27 frequenze settimanali durante la stagione estiva, 19 in quelle invernali ed un “load factor” (coefficiente di riempimento voli) del 76 per cento, nel 2016 la rotta ha registrato una perdita di 5 milioni di euro, confermando il trend degli anni precedenti. A fronte di tali perdite – continua Bell – la compagnia ha pertanto manifestato la propria disponibilità a valutare eventuali alternative proposte alle istituzioni nazionali e locali”.

Nonostante l’apertura pur rimarcando il fatto che “in quanto azienda privata la compagnia deve continuare ad essere competitiva sul mercato”, l’amministratore delegato ha allargato le braccia: “Purtroppo, ad oggi, la controparte istituzionale non ha tenuto in considerazione il problema della sostenibilità della rotta, e non ha proposto soluzioni concrete alle gravi perdite sostenute dalla compagnia”, ha spiegato Bell, terminando con l’ipotesi di “massima apertura nell’ottica di condividere alternative che consentano di garantire la continuità del servizio”.

Evidentemente, qualcosa non ha funzionato. E Alitalia ha detto stop. Una notizia che arriva come una tegola in testa, dopo lo spiraglio di sereno che sul disastrato scalo dello Stretto si era aperto giusto ieri, quando l’Enac, ente nazionale dell’aviazione civile, aveva comunicato l’assegnazione trentennale della gestione degli aeroporti di Reggio e Crotone alla Sacal, dopo il concreto di rischio di chiusura dovuto al fallimento della Sogas, storica società che ha gestito l’aeroporto per quarant’anni, prima che ne fosse dichiarato il fallimento a ottobre del 2016, a causa dei debiti che la sommergevano. Quanti? Parecchi. “dall’esame del bilancio anno 2015, si ricava un ammontare complessivo di debiti pari a 18 milioni 785.040 euro“, scrivono i giudici fallimentari. La Sacal, società aeroportuale calabrese, gestisce già lo scalo di lamezia terme, ed è una società per azioni mista: il 66,74% delle azioni è infatti detenuto da Enti Pubblici e il rimanente 33,26% da investitori privati.

Una vicenda, quella della Sogas, che tocca da vicino anche Messina. La ex Provincia regionale, oggi Città metropolitana, della società fallita è nella compagine societaria dal 1977 detiene ancora il 14,96% delle quote di un capitale sociale da 3 milioni e centomila euro. Azionariato del quale palazzo dei leoni ha tentato in tutti i modi di disfarsi, senza mai riuscirlo a fare. Il 19 novembre 2015, infatti, era stato predisposto il bando per la vendita delle azioni: a gara regolarmente espletata, però, di compratori non se ne è presentato nemmeno uno, nonostante il valore per la vendita delle azioni fosse ridotto a 463mila euro. Addirittura, la delibera di giunta provinciale con la quale Palazzo dei leoni tenta di uscire dall’abbraccio mortale della Sogas è del 2011. A quanto ammontano i debiti della Provincia? Ad agosto 2014, la Sogas aveva chiesto 429mila euro per ripianare la perdita d’esercizio, e ulteriori 927mila euro per un prestito obbligazionario stipulato nel 2012. Cifre che il commissario straordinario della Città metropolitana Filippo Romano, nel 2015, ha deciso di impugnare.

 

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(Dati Assaeroporti. Aggiornati al 01 dicembre 2016)

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Pippo
Pippo
9 Marzo 2017 9:38

Una volta l’Aeroporto di Reggio (o meglio la Sogas) beneficiava del contributo ministeriale per Oneri di servizio pubblico. Non cìè più ora?

emmesics
emmesics
9 Marzo 2017 14:03

aeroporto inutile in quelle condizioni, collegamenti per andarci e tornare difficili, voli Alitalia carissimi e a orari impossibili, il collegamento con l’aliscafo da messina non ha mai funzionato.