Guglielmo Pispisa

 

Nell’immaginario comune, quello di avvocato e quello di scrittore sono due mestieri agli antipodi: quanto il primo è considerato preciso, metodico e puntiglioso, tanto il secondo è visto come un disadattato visionario privo di regole che vive di intuizioni. Che si tratti solo di frusti stereotipi lo dimostra il messinese Guglielmo Pispisa, che è un legale di professione e un autore di grande successo.  Nato in riva allo Stretto nel 1971, Pispisa esordisce nel 2004 con “Multiplo” (Bacchilega editore), seguito da “Città perfetta” (Einaudi Stile Libero, 2005), “La terza metà” (Marsilio, 2008), “Il Cristo ricaricabile” (Meridiano Zero, 2012) e “Voi non siete qui” (Il Saggiatore, 2014).  Nel 2003, sulle orme dei successi di Wu Ming,  ha fondato assieme a Jadel Andreetto, Bruno Fiorini e Aldo Soliani il gruppo Kai Zen, che in giapponese significa più o meno “cambiare in meglio” o “miglioramento continuo”: un esperimento di scrittura collettiva che ha prodotto i romanzi “La strategia dell’ariete” (Mondadori, 2007) e “Delta blues” (Verdenero, 2010). Fra i lavori di Pispisa, che nel suo curriculum vanta un dottorato di ricerca in Letteratura italiana contemporanea,  anche il saggio “Tondelli e gli anni ottanta. Rilettura di un decennio attraverso il suo cantore predestinato” (Edizioni Sinestesie, 2013).  

«Ho iniziato a scrivere per gioco, grazie a delle lettere spedite, appena ventenne, a un amico lontano – racconta Guglielmo – A Messina non succedeva granché. Così mi inventavo delle storie e degli aneddoti per rendere il tutto più interessante. Poi pian piano, nel corso di qualche anno, mi sono reso conto che la scrittura poteva diventare ben più di un semplice passatempo».

 

Il libro: “Voi non siete qui”

 

«Non so se scriverò mai un libro ambientato a Messina. È difficile parlare o scrivere di cose che ti sono troppo vicine. Non sono sicuro di affrontare il tutto nella giusta prospettiva. Per mettermi a confronto con la mia realtà d’origine devo prima risolvere una lotta interiore». La pensava così Guglielmo Pispisa nel 2012, poco dopo l’uscita in libreria del romanzo “il Cristo ricaricabile”, la storia dissacrante di un messia metropolitano e demodé immerso in pieno nello spirito del nostro tempo. Poi però qualcosa deve essere successo. Perché appena due anni dopo, nel 2014, ecco che la città dello Stretto, con tutte le sue contraddizioni e le sue angherie, diviene l’ambientazione della sua ultima fatica letteraria, “Voi non siete qui”, assurda epopea di un uomo banale obbligato a fare i conti con un mondo beffardo e una società fatta di nepotismi e consorterie.

Protagonista del romanzo è l’avvocato messinese Walter Chiari, costretto a precisare di continuo di non essere nemmeno parente alla lontana del celebre attore. Con un impiego noioso e una moglie frustrata, è un azzeccagarbugli vanesio e colmo di pregiudizi, un’anima mediocre che vorrebbe ambire al sublime. La storia è raccontata dallo scrittore con un registro linguistico moderno e dolente,  fra ironia, sarcasmo, colpi di scena ed escamotage narrativi da autore navigato. E sullo sfondo una città dall’anima massonica che rappresenta “il luogo antinarrativo per eccellenza”.

 

“Messina è il ponte. Che non c’è. L’opera faraonica che non serve, tanto più imponente quanto assente. Il collegamento da un posto che non è Messina a un altro appena fuori Messina. Il monumento alla fanfaronaggine, alla cialtroneria, all’essere buddaci, come diciamo qui, sbruffoni. Sulle mappe dei radi pannelli per turisti buttati a casaccio in centro, accanto al circoletto rosso che indica la posizione, la scritta dovrebbe essere Voi non siete qui. Noi non siamo qui. E anche se ci siamo, la testa è altrove”.

 

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Maria Giovanna
Maria Giovanna
5 Marzo 2017 20:47

Condivido con molto entusiasmo quanto detto dalla scrittrice Nadia Terranova, Messina ha un fascino particolare, tutti i giorni attraversando la città, la guardo ammirandone la bellezza, i colori, e la nostra meravigliosa veduta che si estende immensamente. Se fosse vissuta con cura, amandola di più da tutti i messinesi potremmo respirate solo aria di orgoglio, alterigia e vanto.

Alberto
Alberto
11 Gennaio 2020 13:36

Accanto a questi bravissimi cinque giovani scrittori messinesi, vorrei citare la giovane di spirito Giovanna Trimarchi e il suo primo romanzo “In fondo brillava il mare”.