MESSINA. Dopo una campagna elettorale all’insegna del fair play, si inacidisce definitivamente a rettore dell’università di Messina. Sono bastate meno di 24 ore: dopo il nulla di fatto della prima votazione, che rimanda tutto al voto di lunedi, stamattina le acque si sono smosse, prima con l’alleanza tra i candidati Giovanni Moschella (che ha rinunciato a correre) e Giovanna Spatari, ieri allo scrutinio seconda a pochi voti da Michele Limosani. Qualche ora dopo la lettera aperta “di fuoco” di quest’ultimo riguardo agli eventi di qual he ora prima, mentre nel primo pomeriggio è arrivata la risposta piccata di Moschella.
Qualche ora e di rispondere, mettendo i puntini sulle “i”, è toccato a Giovanna Spatari: “La convergenza sul programma e il metodo di lavoro tra il prof. Giovanni Moschella e me, viene strumentalmente travisata da taluni come una distribuzione di poltrone o, peggio, come veto posto ad alcuni colleghi di far parte degli organigrammi futuri. Evidentemente, queste logiche spartitorie non rientrano nei criteri che da sempre hanno indirizzato ogni mia attività, ispirata invece alla massima partecipazione e linearità nelle scelte di un gruppo fin dall’inizio unito e coeso. Sono convinta che la comunità sia perfettamente consapevole della necessità di un vero ‘cambio di passo’ finalizzato a realizzare un progetto che veda senza discriminazioni e voglia di rivalsa la partecipazione di tutti coloro che sono animati dal desiderio di dare un contributo alla crescita della nostra comune istituzione e delle sue proiezioni sul territorio”.
Sembrava tutto finito e invece è arrivata, in extremis, l’entrata a gsamba tesa di Michele Limosani su Moschella, in un videomessaggio. “Non sono sorpreso dal fatto che siano stati trovasti principi comuni, perchè Moschella e Spatari sono due facce della stessa medaglia: sono valori e principi che ho avversato durante questi cinque anni, esprimendo il dissenso: E’ quel modus operandi che ha prodotto lacerazioni e spaccature nella comunità accademica”