TORINO. È “La via del ferro”, del messinese Francesco Cannavà, uno dei film selezionati in concorso al Torino Film Festival. Il film documentario fa tornare Messina al festival dopo 33 anni, racconta la storia poetica e quasi “sciamanica” dello scultore Fabio Pilato, ex commerciante messinese che ha deciso di dedicare la sua vita all’arte e lo fa con un team tutto messinese.

«Questo film- ha scritto Cannavà su Facebook- prende vita dalle profondità dello Stretto di Messina, la cui natura dobbiamo difendere dai pericoli dell’uomo. Ha come protagonista un uomo, Fabio Pilato, fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. La sostanza di questo film sono i quattro elementi, fuoco, aria, acqua e terra, ed esiste perché alcune persone ci hanno creduto tramutando la loro energia nella materia di cui è fatto questo film. Sono orgoglioso di riportare dopo 33 anni in concorso al Torino Film Festival un film realizzato a Messina da una produzione messinese. Tra Scilla e Cariddi, il Giorno e la Notte, la Morte e la Vita… continuerò ad essere realista e a chiedere l’impossibile!»

Il momento epifanico che ha stravolto la vita dell’artista risale a circa 15 anni fa, quando, stremato da una lunga malattia e dalle cure (i medici gli avevano dato pochi mesi di vita), decise di trascorrere una delle sue tante notti insonni in barca, lasciandosi cullare dalle onde. Un’esperienza che ha rivoluzionato per sempre il corso della sua esistenza e gli ha permesso di comprendere il suo posto nel mondo: il suo essere un ingranaggio della Natura, una creatura del mare e del pianeta Terra. Proprio come i pesci senza vita che rinvenne all’alba, spiaggiati sulla battigia, ai quali decise di “restituire la vita”, donandogli l’immortalità grazie al ferro e alla scultura, pur non avendo mai forgiato nulla. Da allora, i pesci scolpiti da Pilato, che nel frattempo ha superato il cancro (con il quale ha dovuto poi fare nuovamente i conti), divenendo un’artista di fama internazionale, sono decine e decine: splendide riproduzioni a grandezza naturale che il loro creatore vorrebbe esporre in un Museo del Mare da realizzare in città, compresa la sua ultima maestosa opera: uno squalo di 5 metri e cinquecento chili di peso, chiamata “Pasqualina”, che ad oggi attrae gli sguardi incuriositi di bagnanti e turisti a Capo Peloro, nell’area del Lanternino (fra i suoi progetti c’è anche una balena, ispirata a Coda mozza, il cetaceo che qualche anno fa solcò le acque dello Stretto).
“La via del ferro” è in concorso con altri altri venti cortometraggi italiani ed è prodotto da Arturo Morano per ART Show Produzioni & Records e Renata Giuliano per 8 ROAD FILM Srl, in collaborazione con Fondazione Bonino Pulejo – Gazzetta del Sud e Sincromie. Il film è assistito da Sicilia Film Commission.
Con Fabio Pilato
Regia Francesco Cannavà
Da un’idea di Arturo Morano
Soggetto Christian Bisceglia e Francesco Cannavà
Sceneggiatura Francesco Cannavà
Direttore della Fotografia Enrico Bellinghieri
Montaggio Lorenzo Petracchi
Musiche Originali Tony Canto
Edizioni musicali CAM Sugar e ART Show Produzioni & Records
Suono Amitt Kelvin Darimdur
Produzione Esecutiva Tiziana Lo Cascio e Mt Tringali
Assistente alla Regia Vlada
Seconda Unità Alberto Ier
Voice Over Registrata da Alessandro Magnisi per T Records Messina
Montaggio del Suono e Mix Audio Gianluca Gasparrini
Color Enrico Bellinghieri
Fotografo di Scena Francesco Algeri
Sala Mix Audio Breakdown Production
Immagini di repertorio di Gianmichele Iaria per Oloturia Sub dc e Roberto De Domenico
Locandina e Dossier Mario Caruso
Dcp Leonardo Siniscalco
Trailer Lorenzo Petracchi
Ufficio Stampa Sabina Prestipino
Sponsorship Allianz Damiano Malfi e Despar Nordest
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