MESSINA. Le vicende del teatro di Messina sono destinate a lasciare strascichi. Il Consiglio di amministrazione approva il previsionale, ma l’ok da Palermo è a rischio per l’influenza in assessorato dell’ex commissario e ora consigliere Salvatore Jervolino, le cui delibere sono finite nel mirino dei Revisori.

Sulla vicenda interviene l’ex presidente Maurizio Puglisi, in una lettera inviata a LetteraEmme, aggiungendo ulteriori spunti di riflessioni all’articolo di Daniele De Joannon.

“Mi permetto di intervenire pubblicamente su quanto letto nell’articolo, dove sono riportate delle dichiarazioni del Presidente Luciano Fiorino, sulle quali vorrei fare alcune precisazioni che non hanno alcun intento polemico, ma che anzi spero possano essere utili al Presidente Luciano Fiorino nella sua azione tesa al ripristino della “trasparenza e legalità”. Partendo dalla fine, il Presidente fa riferimento al principio di continuità amministrativa che permea l’azione dei pubblici amministratori. Orbene il principio è sacrosanto. Ma questo principio può essere applicato e invocato tout court quando riguarda atti travolti da illegittimità sostanziale? L’ultimo verbale del Collegio dei Revisori dei Conti, che approva con numerose riserve il bilancio di previsione 2017, a proposito della gestione commissariale dichiara che tutte le delibere adottate mancano della firma del legale rappresentante e quindi sono travolte da una nullità sostanziale. In realtà manca la mia firma perché la mia funzione di legale rappresentante dell’Ente mi è stata espropriata volontariamente dal Commissario e dal Sovrintendente che così hanno potuto porre in essere una serie di atti totalmente illegittimi che hanno già provocato, e ne provocheranno degli altri, danni patrimoniali all’Ente. Su questa vicenda, com’è noto, vi è una mia denuncia presso la procura della Repubblica di Messina. Mi chiedo dunque, si può dare continuità ad un atto nullo? Non vorrei addentrarmi in tediose questioni giuridiche che non siamo in grado di trattare con la dovuta competenza, ma le reminiscenze universitarie mi fanno ricordare che un atto nullo è inesistente e non produce effetti nei confronti dei terzi, quindi essendo inesistente non può essere sanato, può essere riproposto nuovamente ma la sua efficacia non è retroattiva. Vorrei ricordare a tutti che l’attività commissariale ha posto in essere ben 70 delibere nell’arco di 5 mesi, predisponendo una serie di impegni di spesa anche importanti. Di queste delibere almeno 25 sono state adottate dopo la scadenza del Commissario Straordinario, che ha continuato a mantenere il suo incarico sulla base di “….l’Assessore mi ha detto di rimanere……” Ma al di là della questione meramente giuridica vi è anche una questione di merito. Se il Presidente e il Consiglio d’Amministrazione riterranno che le azioni intraprese dal Commissario siano da portare avanti sono liberissimi di farlo, solo che sarebbe opportuno che tutti questi atti vengano analizzati, prima di essere condivisi, anche per tutte le questioni attinenti le responsabilità conseguenti. Rispetto alla situazione in cui il Presidente ha trovato l’Ente all’atto del suo insediamento, vorrei dire che anche io quando mi sono insediato ho trovato una situazione critica, in termini di approvazione di bilanci, di debiti pregressi, di contenziosi. Ci siamo fatti carico di restituire le somme per gli abbonamenti alla stagione musicale 2012/13 che non si era praticamente svolta, abbiamo iniziato il faticoso cammino per l’applicazione del contratto regionale e potrei continuare a lungo. Ma mai e poi mai è stato da noi fatto cenno alla “mala gestione” precedente, ritenendo che in qualunque situazione si arrivi si troveranno delle pendenze e delle criticità. Ulteriore precisazione riguarda la questione della massa debitoria di cui il Teatro si è dovuta fare carico. Orbene nel verbale del Collegio dei revisori dei Conti relativo all’approvazione del consuntivo 2016, che si chiude con un disavanzo di parte corrente di poco più di 1 milione di euro, gli stessi certificano che il disavanzo è dovuto alle minori entrate realizzate dall’Ente rispetto a quanto previsto nel bilancio di previsione 2016, e anzi bacchettano l’Ente perché ancora non aveva impegnato le somme contenute nel capitolo istituito nel bilancio di previsione 2016 a copertura dei debiti fuori bilancio, capitolo finanziato grazie allo sblocco dei fondi accantonati nel 2015. Chi dice quindi che i debiti fuori bilancio (che tali comunque non sono) hanno inciso sul disavanzo dell’anno 2016 dice una clamorosa bugia perché smentito dalle carte dell’Ente. Ultima precisazione riguarda la mancata iscrizione delle somme FURS come entrata dell’Ente. È notorio che questa vicenda è dovuta alla scellerata azione intrapresa dall’allora presidente del collegio straordinario dei revisori dei conti Salvatore Iervolino che ha portato a reciproche denunce presso la procura della Repubblica. Iervolino infatti, nella sua opera di demolizione del Teatro di Messina, ha pensato bene di chiedere la revoca del contributo 2016 e la restituzione di quanto ricevuto nel 2015, avendo rinvenuto delle mie false dichiarazioni (peraltro dallo stesso Iervolino asseverate), tra le annualità 2015 e 2016. Naturalmente il Dipartimento essendo stato investito di tale vicenda nella sua qualità di organo tutorio, ha giustamente mandato degli ispettori, che stanno verificando tutte le carte relative al FURS. Certo un’azione come questa, che potrebbe comportare per l’Ente un notevole pregiudizio, avrebbe avuto bisogno di maggiore cautela, ma il rag. Iervolino ha pensato bene di agire in questo modo assumendosi tutte le responsabilità del caso. Solo poche precisazioni dunque, lasciando chiaramente alle carte e al tempo il compito di dipanare questa intricata matassa”.

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