MESSINA – Inizierà il 30 ottobre il processo per gli spari indirizzati all’ingresso del m’ama. Alla sbarra Alessandro Cutè, 22 anni e Gianfranco Aloisi, 24. Dopo la richiesta di giudizio immediato del pubblico ministero Antonio Carchietti, i due avvocati di Cutè ed Aloisi, Salvatore Silvestro e Franco Rosso hanno chiesto il rito abbreviato. Sarà dunque il giudice per l’udienza preliminare, Daniela Urbani – come ha scritto Nuccio Anselmo sulla Gazzetta del sud – ad esprimere subito la sentenza, non ci sarà dunque la parte dibattimentale, condizione che potrà ridurre di un terzo la condanna.
Il Tribunale del riesame aveva derubricato il reato contestato ai due ragazzi che spararono al M’ama la notte del 22 luglio, cinque colpi, colpendo in tre punti una donna di 34 anni, Tania Cariddi. La donna fu colpita al fianco e alle gambe.
Secondo il riesame lo fecero non per dolo intenzionale ma per dolo eventuale, che vuol dire che il risultato della condotta non è voluto in via diretta come conseguenza della propria azione od omissione ma viene previsto come una delle sue possibili conseguenze.
In udienza preliminare, invece, la procura continuerà a sostenere l’ipotesi di accusa di tentato omicidio.
Intanto in fase di Riesame è emersa una nuova testimonianza, quella di un ragazzo, a loro conosciuto fin da quando erano ragazzini, che avrebbe assistito al momento di tensione col buttafuori del locale.
All’ingresso del M’ama, il dipendente alla sicurezza del locale avrebbe impedito l’ingresso ai due, rivolgendosi al Cutè “in modo poco rispettoso”, così riportano i giudici. L’addetto al locale avrebbe dato del “muccuso” (bambino) al Cutè impedendogli l’accesso, e l’avrebbe fatto di fronte a un gruppo di persone, con cui si trovava il testimone in attesa di entrare, tutte a lui note e di Mangialupi.
I tabulati telefonici, poi, hanno dato conferma dei loro movimenti di quella notte: presero la smart intorno a mezzanotte per andare via da Grotte e ritornarci intorno alle 2 del mattino. Quando con cinque colpi di pistola sparati in direzione dell’ingresso e ad altezza uomo hanno messo in atto il loro atto di ritorsione nei confronti del selezionatore all’ingresso.