MESSINA. E’ diventato l’argomento “caldo” dell’estate, e come inizio di sindacatura non c’è male. La decisione dell’amministrazione guidata da Cateno De Luca di dire stop al tram è di quelle che dividono. E, al momento, sembrano tutti essere contro l’ipotesi prospettata dal sindaco.

Emila Barrile, per esempio. L’ex presidentessa del consiglio comunale, e candidata a sindaco con la lista Leali, benchè da molti sia indicata come vicina all’amministrazione, sull’argomento ha messo in chiaro come pensa che stiano le cose: “Le recenti posizioni assunte formalmente dal nuovo Sindaco, Cateno De Luca, in merito all’Atm e al servizio di trasporto cittadino sembrano contraddire quello spirito di collaborazione che lo stesso ha manifestato verso le parti sociali della città ed il Consiglio Comunale al momento del suo insediamento. Se venissero portati avanti i tagli proposti al trasporto pubblico, verrebbero penalizzati in maniera pesante proprio villaggi e periferie: cavalli di battaglia in campagna elettorale per tutti i candidati ma che, puntualmente, risulterebbero penalizzati sin dai primi atti di questa sindacatura. Già in questi giorni i cittadini ci segnalano disagi nei collegamenti, per numerose soppressioni di corse bus specialmente nei villaggi della zona sud, da Pezzolo a Villa Lina e San Filippo inferiore, senza dimenticare Camaro e le Masse. Con queste premesse, potremmo trovarci all’inizio di un’emergenza che potrebbe determinare l’isolamento di interi villaggi.

Bloccare le assunzioni di autisti in Atm, che servono a garantire il servizio ai cittadini, e l’utilizzo di lavoro somministrato tramite agenzia interinale, avviato nel 2016 ai tempi dell’amministrazione Accorinti, penalizzerebbe pesantemente lavoratori e utenza. Tutti auspichiamo e reclamiamo trasparenza, e un bando pubblico di concorso, ma se le decisioni del sindaco De Luca sono legate a questioni di bilancio comunale, è chiaro che in questo frangente non è possibile fare il salto di qualità che tutti auspichiamo verso la stabilizzazione immediata a tempo indeterminato, obiettivo che occorre comunque perseguire per uscire dal precariato e sanare la carenza cronica di quasi 100 autisti dalle piante organiche di Atm.

Invitiamo il Sindaco a rivedere le sue posizioni in merito alle procedure di assunzione e riconferma degli autisti in essere, fondamentali se si vuol garantire un servizio dignitoso. E che risultano, dati alla mano, economicamente sostenibili per Comune ed Azienda. Nelle more, è auspicabile che nei prossimi mesi si creino le condizioni per un bando pubblico. Quanto al tram, non è la soppressione la soluzione del problema, anzi una mossa del genere aggraverebbe la condizione di marginalità delle fasce sociali più deboli, alle quali verrebbe a mancare un servizio importante che di certo deve essere migliorato e rivisto, ma che mantiene la sua strategicità nel contesto della mobilità cittadina. Per alleviare l’impatto sulla città, nell’ottica di una rivisitazione generale del sistema trasporti, si potrebbe pensare in primo luogo alla rimozione di barriere e cordoli nelle zone più cruciali, penso ad esempio alla cortina del porto (come da me proposto in campagna elettorale): una soluzione rapida e low cost che consentirebbe alla città di recuperare una zona essenziale”.

Anche Capitale Messina, che ormai si è connotato come movimento politico a tutti gli effetti (Pino Falzea, già presidente, era assessore designato nella giunta di Dino Bramanti e Paolo Bitto era candidato al consiglio comunale in una lista a sostegno dell’aspirante sindaco di centrodestra), entra nella contesa e si esprime negativamente, con un documento firmato da Gianfranco Salmeri.

“È vero, nel programma elettorale di De Luca c’era nero su bianco il progetto di eliminare il sistema di mobilità tranviaria, e quindi l’Amministrazione eletta ha il diritto di proseguire su questa strada; ma noi abbiamo il dovere di dire che è uno sbaglio.

Il rapporto MobilitAria 2018, realizzato dall’Istituto d’inquinamento atmosferico del consiglio nazionale delle ricerche (Iia-Cnr) e dal gruppo mobilità sostenibile del Kyoto Club, presentato nel febbraio di quest’anno, dimostra che Messina è fra le città italiane con il peggior stato di mobilità urbana, a causa del trasporto pubblico che viene considerato insufficiente e inadeguato dai cittadini che preferiscono prendere l’automobile per spostarsi, piuttosto che avventurarsi con autobus e tram.

È evidente che la soppressione del tram “attuale”, nella prospettiva del tram “sospeso” che è poco più che un’ipotesi, rischia di peggiorare drammaticamente la già critica mobilità cittadina.

Ha ragione, il Sindaco De Luca, quando denuncia la crisi economica dell’ATM, e noi siamo stati tra i primi a lanciare l’allarme sui problemi finanziari di una azienda che veniva considerata intoccabile; ma la risposta deve essere ridurre i costi razionalizzando il servizio, eliminare le diseconomie, riequilibrare domanda ed offerta, implementare la share mobility, non sopprimere il tram, che costituisce in atto il sistema di mobilità a nostra disposizione più ecologico e più compatibile con una città che dev’essere sempre più pedonale e con meno automobili.

Certo il sistema tranviario va ripensato, e le ipotesi sono tante, a partire dallo spostamento del tragitto a monte, lungo l’asse corso Cavour – via Garibaldi. Se ne discuta, si cerchino le risorse, ma già adesso qualcosa si può fare, in tempi brevi e con costi limitati.

Il primo passo è la realizzazione di un sistema di priorità semaforica per la tranvia integrato con un sistema intelligente di interscambio con i semafori urbani. In questo modo si otterrebbe una significativa velocizzazione del tragitto.

È di rapida realizzazione anche l’abbattimento della barriera costituita dal tram, tra la città ed il fronte mare: con la riduzione fino ad un massimo di 30 km/h, dalla Dogana fino all’imbocco della Rada S. Francesco, della velocità di esercizio del tram, non vi sarebbe più la necessità di avere la sede protetta da barriere, per cui si potranno sin da subito eliminare cordoli e ringhiere. Il tram così perderebbe la caratterizzazione di metropolitana di superficie, circolando in questa porzione di città in sede promiscua, in sicurezza, così come avveniva fino agli anni cinquanta.

Sono azioni facilmente realizzabili che darebbero da subito risultati positivi per la qualità della vita dei messinesi. Ben venga il dibattito sulla mobilità pubblica, giusto non avere paura del cambiamento, ma a nostro avviso il tram va migliorato, non cancellato”.

 

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