Di Giorgia Nunnari

MESSINA. Umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità e universalità, è ribadendo i 7 principi fondamentali della Croce Rossa che si è aperto l’incontro di presentazione di “Henry Dunant. La croce di un uomo” libro della scrittrice i Corinne Chaponnière. L’evento è stato organizzato dall’Ateneo e dal comitato di Messina della Croce Rossa italiana “Sulla strada del Diritto Internazionale Umanitario: Henry Dunant, fondatore del movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa” tenutosi oggi, mercoledì 4 maggio, nella Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti.

«Sono gli stessi valori di chi fa ricerca – ha spiegato il Rettore Salvatore Cuzzocrea, che si è schierato ancora una volta contro la guerra – Credo che questa giornata in questo momento storico abbia un sapore diverso.»

L’evento è stato introdotto anche dagli interventi dei dottori Antonio Chimicata (presidente del comitato CRI Messina), Luigi Corsaro (presidente del comitato regionale CRI Sicilia) e Rosario Maria G. Valastro (Vice Presidente e Consigliere nazionale di Croce Rossa Italiana).

Si tratta di una biografia fedele del fondatore e pioniere  della Croce Rossa. «Si basa tutto su documenti storici, soprattutto la corrispondenza che Henry Dunant ricopiava meticolosamente e conservava in un archivio.» ha commentato Raimonda Ottaviani, medico chirurgo, specialista emotologa, patologa clinico e ora traduttrice del volume di Corinne Chaponnière.

L’incontro è stato scandito dagli interventi di Sorella Antonietta Carnazza che ha letto alcuni estratti dal volume; iniziando dalla giovinezza di Dunant e la frequentazione dei salotti aristocratici, dove comincia a fare incontri importanti; passando per l’operato all’oratorio di Ginevra e il viaggio e la fondazione di una società in Algeria fino al viaggio in Italia, fondamentale nell’ottica della fondazione della Croce Rossa.

«Vedendo i disastri causati dalla battaglia di Solferino – ha spiegato Ottaviani – dimentica i propri affari e si mette a soccorrere insieme alle donne del luogo che, al grido di “tutti fratelli”, aiutavano sia piemontesi che austriaci.»

Durante l’incontro è stata fatta una menzione anche alla parte più buia della vita di Dunant: il fallimento della sua società, le speculazioni finanziarie, la rivalità con Moynier (co-fondatore) e il periodo di allontanamento dalla Croce Rossa, che non corrisponde, però, ad un allontanamento dalla filantropia. Il riscatto arriva quando un giornale scrive di lui, dando inizio a una diffusa propaganda in suo favore, e con il conferimento del premio Nobel per la pace nel 1910.

«Quello che sta succedendo oggi in Ucraina ci ha portato indietro di oltre 150 anni, del resto c’erano state delle avvisaglie in Siria – ha commentato il dottor Chimicata – Quindi i temi fondanti per la Croce Rossa sono ancora attuali.»

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