MESSINA. “Voglio qualcuno che mi dica di riaprire le scuole e se ne assuma la responsabilità, in caso contrario, e se non ho le carte a posto (e non le avremo tutte entro l’inizio dell’anno scolastico) io scuole non ne riapro, e faccio scoppiare un caso nazionale”. Lo ha spiegato Cateno De Luca, sindaco di Messina che qualche giorno ha emanato un’ordinanza urgente di chiusura di tutte le scuole di Messina.

Bollata dai più come provocazione, e successivamente ridimensionata dallo stesso De Luca, l’ordinanza è stata spiegata ieri in commissione dallo stesso sindaco De Luca. Che ha confermato trattarsi di provocazione. Ma non solo, e soprattutto non fine a sè stessa. “Per riaprire le scuole ho bisogno di avere il quadro completo. Se devo aprire venti scuole che non hanno certificazione voglio concordarlo con gli organi preposti, e non mi va che i vari organi di governo scarichino sulle spalle del sindaco la responsabilità”, ha risposto De Luca alla domanda del consigliere del Pdr Pietro La Tona, presidente della commissione consiliare all’edilizia scolastica. “Se qualcuno che sta sopra di me vuole porsi il problema in termini seri lo faccia, altrimenti le scuole restano chiuse. Utilizzo in modo forte alcune mie prerogative”.

E quindi, cosa succederà a settembre? Per De Luca il problema non si pone. “Nessuno può costringere il sindaco di Messina a riaprire le scuole in mancanza degli elementi di sicurezza. L’ordinanza rimarrà in vigore per i plessi che non sono a norma”.

Quanto servirebbe per mettere a norma tutti gli istituti? Molto. Secondo La Tona, che ha criticato piuttosto aspramente la presa di posizione di De Luca con l’ordinanza, “esistono già le relazioni che il sindaco ha richiesto, e sono sulla scrivania del dirigente Francesco Aiello, e sono comunque rintracciabili sulla piattaforma Ares (anagrafe regionale dell’edilizia scolastica)”: ben ventisette milioni solo per l’adeguamento antisismico, e una cifra non meglio precisata, ma comunque molto oltre le capacità di spesa di Palazzo Zanca, per le verifiche strutturali e la messa in sicurezza antisismica. “Il 60% delle scuole italiane, secondo l’anagrafica nazionale, sono in queste condizioni”, ha concluso La Tona, con una frecciatina velenosa, “non credo che se tutti i sindaci emanassero un’ordinanza simile a quella di Messina si troverebbe una soluzione”

Ci mancano i fascicoli, per ogni plesso, con le certificazioni e lo stato dell’arte – ha ribattuto De Luca – Abbiamo riscontrato situazioni di promiscuità negli istituti. Ho avuto un incontro col responsabile dei vigili del fuoco, e fino a quando non avremo un quadro ben preciso durerà la situazione di urgenza, e di conseguenza mi sono preso la responsabilità di procedere con l’ordinanza, per arrivare ad una definizione formale della situazione di ogni plesso. Non mi voglio trovare domani in una situazione che sarà scontata e va avanti da decenni, ma per la quale desidero avere delle garanzie. Se ci troviamo con immobili che non hanno certificazione di abilità sismica, dobbiamo sapere quale è la spesa”, ha concluso De Luca.

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