MESSINA. Dopo la falsa partenza dell’anno scorso, con le fantascientifiche previsioni (alloggi per tutti i baraccati entro ottobre 2018, via tutte le baracche la fine dello stesso anno) annunciate dal sindaco Cateno De Luca, che ha in seguito accusato la mancata concessione dello stato di emergenza da parte del governo, l’amministrazione fissa un’altra scadenza per lo sbaraccamento: “entro il 2019”, ha scritto De Luca.

Come mai il sindaco ritiene di poter portare a termine in un mese e mezzo quello che non è riuscito a fare in un anno e mezzo? Stavolta l’obiettivo è meno ambizioso, pur se altrettanto significativo. Perché  “le zone che saranno totalmente sbaraccate entro dicembre 2019 con relativa demolizione sono fondo Fucile, fondo Saccà, case D’arrigo, Camaro Sottomontagna, Annunziata, Macello Vecchio e Via delle Mura“, ha scritto sul suo profilo Facebook.

Se per quasi tutte le zone si tratta di dare un alloggio alle poche famiglie che sono rimaste in baracca in ambiti già interessati dallo sbaraccamento, per Fondo Fucile si tratta di una vera e propria rivoluzione: perché  il rione simbolo delle “favelas” messinesi, nonostante i programmi che si sono susseguiti negli anni, non è mai stato toccato dal risanamento e tutte le baracche sorte nei decenni scorsi sono ancora lì.

Con quali risorse De Luca conta di portare a termine l’operazione? Secondo il sindaco, insieme ad Arisme, la partecipata che si occupa dello sbaraccamento e del risanamento di Messina, è stato stilato “un puntuale cronoprogramma per l’acquisto di circa 300 immobili con le risorse già disponibili della legge 10/90, Pon Metro, Capacity, mentre la programmazione POC sarà attivata dal 2021 in poi”. Non solo: “Con l’approvazione del Parlamento Siciliano delle modifica della legge 10/90 della settimana scorsa si potrà agire con lo sbaraccamento omogeneo in quanto saranno inseriti nella nuova graduatoria anche i cosiddetti abusivi perché non rientranti nel precedente censimento del 2002. Domani a Roma si terrà una decisiva riunione all’agenzia di coesione per la validazione di questo programma”, ha precisato De Luca.

Che non ha rinunciato ad una stoccata velenosa verso i predecessori (sorvolando sul fatto che gli alloggi sin qui da lui consegnati sono stati reperiti grazie a fondi e progetti delle scorse amministrazioni): “Abbiamo lavorato oltre un anno per reperire circa 75 milioni di euro per le una complessiva azione per il risanamento, ma ancora mancano circa 200 milioni di euro, perché le precedenti amministrazioni comunali si sono fatti togliere le risorse della legge 10/90 per circa 150 milioni“.

 

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