Brutalismo e dewcostruttivismo fuse insieme nello stile "non -finito siciliano"

 

MESSINA. Sgombero entro il 31 ottobre, demolizione il 31 dicembre. Via tutte le baracche della città entro capodanno. Ad annunciarlo è il sindaco Cateno De Luca, che ha emesso un’ordinanza “contingibile e urgente per lo sgombero e la demolizione urgente di tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento per motivi di igiene e sanità pubblica”.

Il provvedimento, destinato a far discutere, prevede entro l’ultimo giorno dell’anno lo sgombero di tutte  le cose e le persone e la contestuale messa in sicurezza e vigilanza dei siti, oltre alla demolizione di qualsiasi manufatto che insiste nei richiamati ambiti, individuati dai vecchi sette piani particolareggiati redatti in seguito all’approvazione della legge 10 del 1990 che ha stanziato i fondi per il risanamento, ovvero Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro-Bisconte, Fondo Saccà, Gazzi-Fondo Fucile-Rione Taormina, Santa Lucia-San Filippo e San Filippo Superiore-Bordonaro.

L’ordinanza è stata emessa nella serata di ieri, a distanza di poche ore da un servizio del Tg2 sullo stato di Fondo Fucile. Entro l’ultimo giorno di agosto, De Luca ha chiesto di avere la documentazione dettagliata da parte di tutti gli uffici competenti, fra cui l’Asp, l’Istituto autonomo case popolari, l’ Arpa, il Dipartimento Ambiente e Sanità, l’Amam, il Dipartimento Politiche della casa e Risanamento e la polizia municipale, che dovrà fornire un censimento aggiornato delle situazioni di emergenza abitativa e delle famiglie che non hanno diritto ad avere alloggi popolari in quanto abusivi. Il primo cittadino ha chiesto inoltre ai tecnici dei Dipartimenti della Protezione civile, delle Politiche del territorio e dell’ Edilizia privata una relazione con un’ ampia documentazione fotografica sullo stato dei luoghi, mentre il Dipartimento lavori pubblici dovrà fornire un report sullo smaltimento delle acque bianche e sulla mappatura della pubblica illuminazione.

Nell’ordinanza, non è chiaro nè specificato dove andranno a vivere gli attuali occupanti delle baracche, con solo un breve passaggio in cui chiama in causa l’Iacp, istituto autonomo case popolari, per avere informazioni su alloggi eventualmente disponibili.

De Luca interpella quindi anche il Governatore siciliano, per “investire il Governo nazionale della gravissima situazione igienico-sanitaria che persiste nel territorio del Comune di Messina, al fine di ottenere la dichiarazione di stato di emergenza socio-ambientale per fronteggiare una situazione endemica di degrado ed evitare ulteriori pericoli o danni ancor maggiori a persone e cose». Il primo cittadino, inoltre, ha chiesto al segretario generale Le Donne di predisporre gli atti dello Statuto dell’ Agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione urbana, il nuovo organismo che dovrebbe prendersi in carico tutte le competenze finora spartite tra Comune e Iacp.

“O eliminano le baracche o eliminano il sindaco di Messina”, scrive il Sindaco sulla pagina Facebook a conclusione del confronto con il Prefetto Vicario, Maria Carolina Ippolito, in merito alla bozza di ordinanza sindacal, appellandosi al Governo nazionale, che “deve prendere atto e dichiarare lo stato di emergenza abitativa con apposite procedure d’urgenza e relativi fondi. Diversamente io sono pronto ad esercitare comunque le mie prerogative di massima autorità locale in materia di igiene e salubrità e di protezione civile”.

Infine la dichiarazione d’intenti: “Ora vediamo chi tenterà di fermare un percorso irreversibile che apre scenari delicati e pericolosi. IO FACCIO IL SINDACO ! Entro il 31 ottobre 2018 tutti fuori dalle baracche. Entro il 31 dicembre 2018 completamento delle attività di demolizione e smaltimento le relativo materiale”.

 

 

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