MESSINA. «Grazie alla mobilitazione del 31 ottobre il “Salva Messina” firmato il 13 ottobre da Cisl e Cisal è stato stravolto, rimangono ancora molti punti da cambiare e per questo il 31 ottobre alle 10 saremo in piazza con lavoratori e cittadini”. A scriverlo, in una nota, sono i segretari generali di Cgil Messina Giovanni Mastroeni e Uil Messina Ivan Tripodi.

«La paura della piazza ha portato i firmatari del “Salva Messina” del 13 ottobre con in testa il sindaco De Luca a modificare radicalmente la “macelleria sociale” contenuta nella prima stesura del piano a cui Cgil e Uil hanno detto no, non firmandolo e proclamando da subito la mobilitazione. Le decisioni sui servizi sociali sono frutto della forte contestazione avviata da Cgil e Uil ma restano una serie di punti che dovranno essere discussi in una trattativa che chiediamo si svolga già dal pomeriggio del 31”, spiegano i sindacalisti, che chiamano in causa il Consiglio comunale.

Per le sigle sindacali, la rimodulazione del piano di riequilibrio non può avere conseguenze sui lavoratori e sulla città con un tessuto economico già gravemente debole. «Sin dal primo incontro dell’8 ottobre – osservano Mastroeni e Tripodi – abbiamo chiesto che fosse aperto un confronto tra le istituzioni, i soggetti sociali, la deputazione nazionale e regionale per ottenere un intervento straordinario di  solidarietà istituzionale come previsto per le aree metropolitane. Interventi e iniziative che altre realtà come Palermo, Catania, Napoli e altre città hanno già messo in campo. Seguendo uno stile sicuramente opposto a quello tenuto sino ad oggi dal sindaco di Messina”.

Per Cgil e Uil, che ribadiscono la contrarietà alla chiusura del tram e chiedono la radicale modifica dell’attuale piano dei servizi, la scelta della messa in liquidazione dell’Atm con le metodologie annunciate rischia di portare la stessa azienda in tribunale. Sulle altre partecipate i sindacati evidenziano quindi come la bocciatura del piano industriale della Messina Servizi “sia un fatto estremamente negativo, che comporterà ricadute sui lavoratori, sul funzionamento del servizio e nasconda il vero obiettivo del sindaco De Luca della privatizzazione del servizio raccolta rifiuti, tant’è che le categorie interessate hanno proclamato lo sciopero”.

Sull’Amam- infine – l’ultima stesura del Salva Messina “non affronta né l’avvio delle procedure per l’immissione di nuovo personale, né l’avvio di tutta quella progettazione dell’ammodernamento della rete idrica cittadina, attingendo dalla disponibilità dei finanziamenti europei. La carenza evidente di personale e i prossimi pensionamenti – sottolineano Cgil e Uil – comporteranno il rischio del blocco del servizio idrico in città. Nella riorganizzazione del personale del Comune  – concludono – va affrontata e risolta la carenza d’organico mai acclarata di 400 unità”.

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