MESSINA. Prima settimana del 2022 in classe per gli studenti. O per meglio dire in DAD. Dopo l’annullamento dell’ordinanza del sindaco De Luca da parte del Tar di Catania, le scuole superiori hanno aspettato prima di annunciare il ritorno in presenza, anche perché la moltitudine di rettifiche, annullamenti e notizie ha destato confusione non solo tra le famiglie, ma anche nel comparto scolastico. Così, oggi solo un’istituto superiore pubblico è tornato teoricamente in presenza: lo “Jaci”. Ma gli studenti della scuola di via Cesare Battisti hanno deciso di fare «assenza d’istituto per salvaguardare la salute di tutti – dichiara Fabrizio Sbilordo, rappresentante della scuola – e in attesa di nuovi riscontri per lunedì.» In classe e in presenza anche gli studenti dell’istituto tecnico economico “Modica”. I rappresentanti degli altri istituti cittadini, invece, hanno manifestato la propria perplessità nel ritorno in presenza e chiedono maggiore sicurezza prima di sedersi al proprio posto. Richieste che, però, ancora non sono state portate avanti dalle istituzioni competenti.

«Il diritto alla salute e il diritto allo studio camminano di pari passo, – così esordisce Emilia Pace, rappresentante del liceo “Maurolico” che oggi non sono tornati in DAD ma hanno tenuto un’assemblea d’istituto online – e sicuramente la situazione andava gestita in modo diverso perché non mi spiego come dopo due anni siamo ritornati al punto di partenza, ovvero la Dad.  In questo momento io sono a favore di questa modalità di studio ma solo perché è inevitabile per i troppi casi, soprattutto a Messina: siamo tutti spaventati, anche i professori, ma a parer mio, se si fosse gestita la situazione in modo diverso con tutto il tempo che c’è stato per migliorare la scuola anche sotto il punto di vista sanitario, non saremmo di nuovo qui

La rappresentante del Maurolico non è l’unica ad esprimere la propria perplessità sulla scelte che sono state prese nel mondo scolastico. Anche Alberto Imprescia, rappresentante del liceo “Archimede” tornati in DAD per oggi, si esprime in tal senso: «La situazione epidemiologica in cui versiamo non lascia spazio ad alcun rimando e ad alcuna messinscena. Non è stato compreso dalla politica, che ha fatto uso di rettifiche ed insopportabile demagogia a discapito degli studenti. Durante le vacanze c’era il tempo necessario per organizzare un rientro in sicurezza, ma il ritorno a scuola è stato sinonimo di pura confusione.» Ma oltre alle scelte politiche sulla gestione della pandemia e il ritorno a scuola, i rappresentanti hanno posto i propri dubbi anche sulla metodologia della didattica a distanza.  «La DAD dovrebbe essere l’ultimo mezzo possibile per garantire il diritto allo studio. – dichiara Imprescia – È stato dimostrato che incrementa l’abbandono scolastico e ci nega della nostra socialità. L’Italia è il primo paese in Europa per utilizzo della DAD e di certo non è una cosa positiva e dimostra l’incapacità dello Stato di gestire l’istruzione. Siamo molto contenti di essere tornati in presenza, ma mentirei se dicessi che nessuno preferisca la DAD, perché più comoda e a portata di mano, e può essere un mezzo per evitare le solite lezioni frontali. Il rapporto tra la DAD e la salute mentale si pone essere cruciale per il movimento studentesco messinese. E’ una tematica altamente sentita dagli studenti. «Oltre all’abbandono scolastico che ha raggiunto numeri mai visti, – continua Imprescia – con la pandemia si è aggravato il problema del benessere psicologico dei ragazzi. Il bonus psicologo è stato recentemente rimosso dalla legge di bilancio, e la fruizione di uno psicologo non è sempre garantita all’interno delle scuole. Tutti questi problemi si potrebbero risolvere con più fondi dedicati all’istruzione, che ormai è poco considerata dalla politica italiana. Noi ragazzi abbiamo bisogno di ricordare che siamo il futuro e non possiamo essere abbandonati.»

«La DAD non è pensabile come alternativa a lungo termine. – dice Francesco Carabellò del liceo classico “La Farina” che oggi ha partecipato alle lezioni in DAD – Gli studi fatti durante l’ ultimo biennio testimoniano come un lungo periodo di distacco dalla socialità scolastica sia deleterio per la salute mentale dei ragazzi, quindi, tutti noi auspichiamo un celere rientro in sicurezza tra i banchi. La scuola è fatta di sguardi, contatti umani e confronti dialettici. E’ proprio la mancanza di umanità la differenza sostanziale tra Dad e didattica in presenza. Poi con la DAD il rischio dell’ essere distratti è molto alto e soprattutto è impensabile passare 6 ore al giorno davanti al computer, ne va della nostra salute sia fisica che mentale.» Oltre ad elencare le problematiche, i rappresentanti messinesi, che partecipano alla Consulta provinciale degli studenti (CPS) e al Comitato studenti Messina (CSM), hanno proposto anche delle soluzioni. Le hanno pubblicate ieri, 13 gennaio, in un comunicato. Centrale è lo screening sulla popolazione studentesca. «Durante queste settimane tutto si è fatto fuorché intervenire e dare delle spiegazioni sugli screening.» Queste le parole di Francesco Gitto, coordinatore provinciale della “Rete degli studenti medi”. «In questo momento abbiamo non abbiamo un tavolo di confronto e non abbiamo un dialogo con le istituzioni. – dichiara sempre Fabrizio Sbilordo, presdente della CPS – L’unico incontro è stato per la campagna di vaccinazione con il commissario covid. Riteniamo che sia importante avere un tavolo tecnico perché gli studenti meritano di esprimere il proprio parere per i problemi che gli riguardano.»

 

 

 

 

 

 

 

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