MESSINA. Prosegue il botta e risposta a distanza fra il sindaco Cateno De Luca e l’avvocato Santi Delia, che nei giorni scorsi aveva annunciato di voler presentare un ricorso al Tar contro la decisione del primo cittadino di chiudere (temporaneamente) le scuole.

A chiamare in causa il legale (senza tuttavia citarlo) è stato questa mattina De Luca, secondo il quale l’ultima nota del commissario Covid Carmelo Crisicelli smentirebbe “le menzogne di qualche ‘manzoniano azzeccagarbugli’ in cerca di pubblicità che, come il mago hotelma, ha autenticato le firme dei suoi clienti a distanza per telepatia per un ricorso al TAR a ieri non ancora depositato (di costoro se ne occuperanno altre autorità!!!)”.

Immediata la replica dell’avvocato, postata sul suo blog personale:  «Domani 11 novembre 2020, a Messina le scuole riapriranno. La nota Asp – scrive Delia – conferma che in assenza di specifici focolai, non sussistono controindicazioni alla ripresa dell’attività didattica in presenza con la sola eccezione della Scuola Galatti. La stessa ASP ha confermato che persino “in casi conclamati di infezione collegabili alle scuole si provvederà a disporre l’isolamento fiduciario dei contatti stretti, limitandoli agli studenti dell’intera classe“. Niente di diverso da quello che impongono le norme nazionali (protocollo 58/20 dell’Istituto superiore della Sanità) in vigore da agosto ed approvate dalla Conferenza Stato Regioni che abbiamo chiesto, e a questo punto ottenuto, che anche a Messina vengano applicate. L’Asp era in difficoltà sui tracciamenti (quando, a causa di cosa e di chi non è dato sapere) e per recuperare ha sollecitato la sospensione dell’attività didattica ottenuta a suo tempo dal Sindaco senza che, ancora una volta, a fronte di tali casi, la Legge dica che vadano chiuse le scuole anziché i negozi o le strade. Qui il tema, spiace dirlo, non è scuole chiuse o scuole aperte. Ha deciso il Governo che le scuole (infanzia, primaria e medie) siano aperte e chiuse le superiori e gli Atenei. Giusto o sbagliato è lo Stato l’interlocutore della critica o della bontà della scelta. Messina, non è San Marino. È ancora, fortunatamente, Italia. Poco importa, è andata e, da qui in avanti non si ripeterà. Anzi, non si è già ripetuto. Nonostante il Sindaco abbia dichiarato che “IO AVREI LASCIATO LE SCUOLE CAUTELATIVAMENTE ANCORA CHIUSE PER TUTTA QUESTA SETTIMANA MA L’ASP HA RITENUTO CHE NON SUSSISTONO RAGIONI SPECIFICHE, TRANNE CHE PER LA GALATTI, PER PROSEGUIRE CON LE CHIUSURE”, le scuole riaprono, come nel resto d’Italia dove al posto delle “cautele” a sensazione si applicano le norme. È certamente una buona notizia e l’obiettivo è raggiunto. Senza l’intervento di tutti coloro che ci hanno creduto e di diversi interventi in Consiglio Comunale».

L’avvocato interviene pure sulla questione del ricorso al Tar: «Altrettanto importante è la mia escalation nella classifica dei personaggi importanti: da azzeccargarbugli a Otelma (era Divino, secondo Wikipedia). Non ho ancora le 50.000 lire come volantino pubblicitario, ma valuterò di attrezzarmi. Non ho purtroppo poteri paranormali per l’autentica delle procure di un ricorso al TAR che, inevitabilmente, stante il risultato già raggiunto non ha più ragione di proseguire. Come certamente gli esperti legali del Sindaco sanno, difatti, da oltre un ventennio la giurisprudenza di legittimità esclude che nella specie trovi applicazione l’art. 2703 cc (Cass. n. 15348/2014), sicché non è necessario “che la sottoscrizione sia apposta alla presenza di chi la autentichi (Cass. 21054/04; 1705/00). E ciò, peraltro, ben prima (e quindi anche per il futuro) che l’art. 83 comma 20 ter della decreto legge del 17.3.2020 n 18 convertito in legge il 24.4.2020 n. 27, consentisse, durante l’emergenza pandemica, tali modalità. Nessuna magia, purtroppo, ho solo letto la Cassazione! L’autentica nei modi a cui si riferisce il Sindaco inoltre può ora essere utile anche a lui che, a sua volta, conferendo mandati a centinaia di legali ogni anno, potrebbe evitare di vederli uno per uno firmando de visu la procura. Anche in questo caso la consulenza è pro bono. Nessuna parcella verrà emessa per questo consiglio che potrebbe essere utile per meglio investire il tempo a favore della città».

Sulla vicenda, nei giorni scorsi, era intervenuto anche il presidente di Arismè Marcello Scurria, che aveva difeso l’operato del sindaco.

 

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