MESSINA. Si torna a parlare di Referendum nei villaggi della zona Nord di Messina, e più precisamente del comizio referendario che potrebbe far sorgere il nuovo Comune Montemare, dopo la scissione di dodici paesi collinari e della riviera da Messina (gli ex XII e XIII Quartieri). A causa di un decreto assessoriale emanato ad agosto 2018, la consultazione era stata sospesa, ma il 13 di questo mese sono scaduti i termini di efficacia del provvedimento sospensivo, quindi ritorna in validità il decreto che dà il via libera alle votazioni.

Proprio per questo susseguirsi di eventi, il Comitato Montemare Comune “ha inviato tramite il proprio legale rappresentante in data 18 agosto 2020 una nota, indirizzata al Comune di Messina e contestualmente all’Assessorato Autonomie Locali della Regione Sicilia, chiedendo agli stessi di attivarsi immediatamente, ciascuno per le proprie competenze, affinché possa essere svolta nei tempi e nei modi indicati dalla legge la già prevista ed autorizzata consultazione referendaria”, si legge in una nota pubblicata sul sito del Comitato.

“Nello specifico si chiede al Sindaco di Messina di attivare con effetto immediato l’iter per la convocazione della consultazione referendaria nei termini e con le modalità stabilite dal D.A. 219/18 e dalla normativa in esso specificatamente richiamata, ed all’Assessore Regionale alle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, di disporre adeguata attività ispettiva affinché venga assicurato il rispetto del medesimo D.A. 219/18 – continua la nota – Come abbiamo sempre dichiarato e sostenuto, il progetto di istituzione del nuovo Comune di Montemare è valido e può essere adesso raggiunto con il sostegno dei cittadini dei nostri villaggi. Il referendum si terrà, secondo quanto previsto dalle normative vigenti, entro il prossimo mese di dicembre. Montemare c’è… e soprattutto sarà… Comune Montemare”.

Ma qual è stato il motivo per cui le consultazioni (dopo l’avviamento della campagna referendaria) sono state sospese? Il sindaco Cateno De Luca si è subito mostrato contrario alla secessione, considerandola “Un grande schiaffo alla città”. E’ per questo che dopo la pubblicazione del decreto assessoriale che autorizzava la votazione alle urne ha dichiarato che avrebbe fatto di tutto per ritardarlo. Il motivo, stando alle spiegazioni del primo cittadino (qui il link all’intervista), era da inquadrare nella questione finanziaria in cui si trovava il Comune di Messina.

Il 19 ottobre 2018, anche la firma del sindaco Cateno De Luca ad un decreto sindacale che indiceva il referendum dalle 7 alle 22 del 16 dicembre lasciava ben sperare, e i giochi sembravano ormai fatti, tanto che a fine ottobre il Comitato Montemare, dopo 8 anni di battaglie (qui il link che racconta la storia), apriva le danze con la campagna referendaria per il sì e un’attività volta a spiegare alla cittadinanza la proposta e il progetto che i membri avevano presentato anni fa alla Regione richiedendo la consultazione.

Poi la botta: a novembre Cateno De Luca presenta un ricorso al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Perché? Intanto per “violazione della rappresentatività della Città Metropolitana scaturente dall’istituzione del nuovo comune”, poi per “la disagiata situazione economico-finanziaria per la quale il comune di Messina, in stato di predissesto, ha deliberato il ricorso al piano di riequilibrio, che subirebbe inevitabili scompensi sotto il profilo economico a seguito dell’eventuale indizione del referendum”.

La risposta della Regione non tarda ad arrivare e pochi giorni dopo l’Assessorato alle Autonomie locali, guidato dall’assessore Bernadette Grasso, accoglie l’opposizione del primo cittadino messinese, sospendendo, fino alla definizione del ricorso, tutto ciò che riguarda il Referendum. Ma il Comitato è passato subito al contrattacco, presentando un’istanza di revoca alla Regione, in quanto, spiegano in un comunicato, l’assessore non ha atteso la pronuncia del Presidente della Regione, alludendo anche ad un danno economico dovuto all’avvio della campagna di promozione per il “Sì” (qui in dettaglio).

Hanno luogo così le prime proteste, come quella indetta per il giorno in cui ci sarebbe dovuto essere il Referendum (16 dicembre 2018), con striscioni appesi ai cancelli delle scuole e anche una macchina che girava per i paesi. Nel frattempo, il Comitato si è anche rivolto al Tar, chiedendo l’annullamento del decreto che sospendeva la consultazione per poter proseguire la campagna in attesa della definitiva pronuncia del Tar sul ricorso che chiede l’annullamento totale delle votazioni, e un risarcimento danni che ripari alle spese già affrontate per la campagna referendaria finita in anticipo.

Il Tar però non annullerà il decreto sospensivo della Regione, in quanto “Le ragioni di buona amministrazione che hanno condotto all’assunzione del provvedimento regionale impugnato, volte ad evitare una spesa che potrebbe rivelarsi inutile, non appaiono irrazionali“. Il Tribunale amministrativo, in pratica, lascia che il ricorso faccia il suo corso senza interruzioni, fino a quando non prenderà una decisione sull’annullamento (e non solo sospensione) del Referendum (valutando anche il risarcimento dei danni). Qui l’ordinanza cautelare del Tar.

Il Tar non si è ancora espresso, ma il decreto sospensivo ha perso la sua efficacia in quanto scaduto. Pertanto si ritiene in corso di validità il precedente decreto assessoriale che istituisce il Referendum e ora, salvo imprevisti, spetterà al sindaco Cateno De Luca indire una data.

Il referendum dovrebbe esteso a tutti i messinesi, in quanto, nel caso in cui alla porzione interessata fosse riconosciuto un interesse qualificato, saranno chiamati ad esprimersi “tutti cittadini elettori residenti nel comune“, si legge in una nota, rispettando le condizioni dell’art. 8 comma 3 della legge regionale n 30 del 2000 e successive modifiche, che prevede anche, al comma 7, la raccolta e la valutazione dei risultati distintamente, “con riguardo alla frazione di cui si chiede il distacco e con riguardo al restante ambito comunale”.

La scheda di valutazione sarebbe di colore verde e proporrebbe il seguente quesito: “Volete che le frazioni corrispondenti al territorio dell’ex XII e XIII Quartiere del Comune di Messina siano elette in comune autonomo con la denominazione di Comune Autonomo Montemare?

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[…] MESSINA. Il referendum di Montemare si farà. O comunque molto probabilmente. Il sindaco Cateno De Luca ha indicato una data, il 13 dicembre, ma ancora non c’è l’ufficialità, ovvero il decreto che deve uscire sulla Gazzetta ufficiale. La notizia già circolava da fine agosto e si aspettava a breve un giorno fissato dal primo cittadino (qui il link all’articolo). […]