MESSINA. L’elezione dell’ufficio di presidena del consiglio comunale di Messina (presidente al Pd, vice e vicario a 5 stelle e Pdr) continua a far discutere. Animatamente. Dopo la “botta” di ieri dell’ex deputato regionale Nino Beninati, oggi arriva la risposta di Franco De Domenico, parlamentare all’aArs per il Pd.È incredibile come a seconda delle circostanze una stessa azione o comportamento possa essere definito in modi diametralmente opposti. Leggo con stupore le affermazioni di Nino Beninati che definisce ‘fuori dai dettami della democrazia’ la votazione di martedì scorso che ha visto l’esclusione del centro destra dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale di Messina.

Vorrei solo ricordare a Beninati che appena sei mesi addietro, al pari di quanto è accaduto a Messina, i consiglieri regionali del centro destra hanno riservato unicamente al centro destra e al Movimento 5 Stelle la Presidenza e le due Vicepresidenze dell’Assemblea Regionale Siciliana. In quell’occasione non ho sentito il grido di dolore per il grave attentato alla democrazia da parte di Beninati, uomo così attento alle vicende politiche locali e regionali, per l’esclusione del centro sinistra da quelle cariche.

Forse a Beninati sfugge che l’attuale scenario si caratterizza per la presenza di tre schieramenti per cui appare normale che in un sistema non più bipolare possa verificarsi l’esclusione di una delle forze politiche in campo dagli uffici di presidenza, senza che questa debba essere interpretata come violazione della democrazia.
Entrando poi nel merito delle vicende messinesi e della insolita situazione di un consiglio comunale senza consiglieri di riferimento del sindaco e per il quale parlare di “maggioranze consiliare” tra gruppi politici tutti teoricamente di opposizione appare del tutto improprio, è appena il caso di ricordare che il centro destra stesso –che anche dopo l’elezione del sindaco ha continuato a proporsi in modo frammentato e senza una leadership in grado di rappresentarlo unitariamente – ha, con il suo voto, sostenuto un candidato eletto nelle liste del centro sinistra per la Presidenza del Consiglio Comunale.
Con questa scelta e quella successiva di uscire dall’aula consiliare –anche questa non unitaria – al momento del voto per le due vicepresidenze, il centro destra ha rinunciato a sostenere un proprio candidato nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale e di questo non può attribuire la responsabilità a nessun altro, se non alla sua stessa rappresentanza consiliare. Per cui è proprio il caso di dire che chi è causa del suo male pianga se stesso.

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Daniela Micali
Daniela Micali
13 Luglio 2018 16:04

Mi permetto di ricordare al prof.De Domenico che le cariche dell’ARS sono state distribuite tra M5S e CDX, partito e coalizione ad aver stravinto le elezioni. Purtroppo, al comune, una legge elettorale scellerata, ha fatto si che la coalizione che al primo turno ha preso il 39% delle preferenze, si ritrovi in minoranza in consiglio comunale, e senza alcuna carica rappresentativa; democrazia??