MESSINA. Trischitta custode della memoria, Trischitta uomo del popolo, Trischitta che scende per strada in cerca di soluzioni, Trischitta che sul palco con sé vuole il figlio e le prime due donne della sua squadra, Trischitta nostalgico. Trischitta solo contro tutti.

Trischitta che riempie il Palacultura, sabato mattina, per presentare la sua candidatura ufficiale a sindaco di Messina, della quale, nel video introduttivo, celebra i figli più illustri. Saranno i video, alternati agli interventi parlati, i protagonisti dell’incontro. Ma è quando il consigliere di Forza Italia carica a testa bassa contro gli avversari,  da quelli che  considera traditori e opportunisti, ex colleghi e avversari di sempre, che la platea s’infiamma. Ne ha per tutti, Trischitta, e non risparmia nessuno. Ma tutti dalla sua parte politica.

“Io non ho bisogno di girare per i quartieri a fare comizi come fa Cateno De Luca  – esordisce – perché nei quartieri e tra le gente ci sono nato e ci vivo, e so anche come questo sindaco, Renato Accorinti, abbia abbandonato completamente questa città. Io un percorso di coerenza – continua – che mi spinge a non poter accettare nel centrodestra candidature che vengono dal centrosinistra: ho rappresentato sempre il partito anche quando gli altri se ne sono andati, ed ero il massimo esponente in città di Forza Italia. Nel 2013 Nino Germanà ha lasciato il partito, credendo che Silvio Berlusconi fosse morto politicamente, e se ne è andato con Angelino Alfano a sostenere il governo di Rosario Crocetta con un suo assessore: poi, vedendo “la carta malapigliata”, è tornato e come se niente fosse gli è stato assicurato il posto in parlamento. Io – prosegue, sempre con più veemenza – ero stato eletto nel Pdl e non intendevo tradire il voto di chi mi aveva eletto”.

Poi si rivolge direttamente ai destinatari della sua invettiva: “Berlusconi, come hai potuto permettere che il candidato sindaco del centrodestra sia espresso da Francantonio Genovese, che sta facendo le liste con Nello Musumeci dopo tutti i guai che sta avando con la formazione regionale, e con Elvira Amata, che nel 2013 è stata eletta con il centrosinistra? E i consiglieri che fanno capo a Genovese, non vi vergognate a farvi dettare la linea politica da suo figlio Luigi Genovese, che ha vent’anni? E gli esponenti di Vento dello Stretto, che oggi sono con la lega dopo aver girato tutti i partiti del centrodestra? Io sono Pippo Trischitta – conclude con fierezza – io cammino da solo, non ho mai chiesto niente né per me né per i miei figli, e non sono ricattabile”. Alla fine, la profezia: “Sarà il popolo a spazzarvi via, come ha fatto alle politiche”.

Altro video, e sala in delirio quando, sullo sfondo di un drone che sorvola il municipio, esplodono le note di “Vincerò”, il verso finale del Nessun Dorma, celebre romanza della Turandot di Giacomo Puccini cantata da Pavarotti.

Poi, dopo lunghi minuti, arriva il programma, che Trischitta ha diviso in “inesistente”, ordinario e straordinario. “Quello inesistente è quello che deve fare ogni sindaco in quanto sindaco: per esempio le scerbature, o le buche nelle strade. Cosa ti fai eleggere a fare se non riesci a fare questo? Quello ordinario riguarda sviluppo, turismo e spettacolo per tornare “alla normalità”, e alla fine quello straordinario, dieci progetti essenziali per cambiare Messina, dalla città pedonale alla terrazza sulla cortina del porto”.

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments