MESSINA. Il consiglio comunale vota i suoi vicepresidenti. Il vicario è Pierluigi Parisi di Forza Italia, eletto con 19 voti, il vicepresidente è inaspettatamente Pietro Iannello (Pd), che di voti ne ha racimolati 12. Ieri sei ore di chiacchiere inconcludenti, terminate con la caduta del numero legale e condite da polemiche, ostruzionismi e tattiche d’aula incomprensibili ai più. Oggi, il pepe sulla coda.
Il più votato di ieri, Parisi, si è confermato con la maggioranza dei voti, ma il colpo di scena è che, tra tutti i nomi possibili, dall’urna è spuntato quello di Pietro Iannello, consigliere del Pd non tra i più presenti ai lavori d’aula. E infatti Iannello non c’era nè ieri nè oggi: è stato eletto in contumacia, con dodici voti.
Il consiglio comunale si riunisce di nuovo, a ventiquattrore di distanza, per votare i due vicepresidenti al posto dei dimissionari Nino Interdonato e Nicola Crisafi, e inaspettatamente alle 13.30 (la seduta era programmata per le 13) si parte con la votazione, non prima però dell’intervento in pregiudiziale di Pippo De Leo (gruppo misto) che, nonostante i sette voti (inutili, data la caduta del numero legale) presi ieri, annuncia di non aver alcun interesse a ricoprire la carica di vicepresidente.
I presenti in aula sono molti più di ieri, e prima del voto, inascoltato, Maurizio Rella (Cambiamo Messina dal basso), aveva chiesto un parere di legittimità sulle modalità di voto, che ieri il segretario generale Antonio le Donne aveva spiegato essere perfettamente a norma, con l’espressione di due preferenze. Secondo Rella, invece, la votazione dovrebbe essere ricondotta ad una sola preferenza.
“La mia non è stata una candidatura spontanea – ha spiegato Parisi, sempre di poche parole – ma una richiesta da parte dei colleghi: speriamo che il fine mandato sia più sereno di questi tre anni e mezzo”, ha concluso.