MESSINA. Ridare luce e decoro a un’area verde di Messina collocata in un punto strategico della città, a due passi dal MuMe, dal capolinea del tram e dei bus e proprio all’inizio della pista ciclabile che costeggia la litoranea. Risale a circa sette mesi fa il progetto presentato da un gruppo di imprenditori all’Amministrazione comunale per riqualificare “Villa Sabin”, piccolo polmone verde della zona nord che da tempo versa in condizioni di incuria e degrado.

Il progetto, datato 21 settembre 2018, prevede nello specifico l’installazione di una struttura ricettiva al centro dello slargo più grande, con un’area di accoglienza e un piccolo bar, ma anche campi da calcetto, piste da bike (chiamate “pump track”), tre diverse tipologie di “pareti da arrampicata”, differenziate per difficoltà di percorso, e degli attrezzi da palestra “outdoor”, nonché un parco avventura fra gli alberi per i più piccoli e un’area di ricarica per e-bike dove noleggiare i mezzi a due ruote. Il costo? Poco meno di 300mila euro, sufficienti a cambiare il volto di uno spazio noto più per abusi e spaccio che per la bellezza della sua posizione e delle specie arboree presenti.

Eppure, malgrado siano trascorsi circoscrizione 11 mesi dalla pubblicazione della manifestazione d’interesse per la presa in gestione degli spazi verdi cittadini e sette dalla pec inviata a Palazzo Zanca per ottenere l’area in assegnazione, gli imprenditori sono ancora in attesa di un riscontro: «Da allora non abbiamo ottenuto neanche una risposta, sette mesi di silenzio».

 

 

«Il nostro obiettivo – spiega Marco Bellantone, uno degli imprenditori promotori del progetto – era quello di prendere in adozione questa splendida area verde per ridarle vita, sfruttando la sua posizione baricentrica rispetto ai servizi pubblici, al più importante polo museale da Napoli in giù e a uno dei più importanti poli universitari di Messina, in cui hanno sede anche gli impianti della Cittadella Universitaria dello Sport. Raccontata così sembrerebbe che il destino di questo polmone verde sia inequivocabilmente quello di una importante area, con presenze da capogiro, luoghi attivi ed attrattivi, eventi e tanto altro. Al contrario, l’area versa in uno stato di quasi abbandono, fra sporcizia, verde non curato, cestini obsoleti e sempre ricolmi, illuminazione assolutamente carente, animali di vario genere che vivono indisturbati e masserizie riportate chissà da quale altra zona di Messina… insomma c’è poco da stare allegri», prosegue, ribattezzando la villetta “Giungletta Sabin” per la vegetazione incolta che la ricopre.

«Mi chiedo – spiega ancora – se sia giusto avere 10, 20 o 30 operatori a Villa Dante, in quella che sembra a tutti gli effetti un’iniziativa “spot”, mentre nel resto delle ville e villette siamo all’anno zero? Siamo all’epoca della sporcizia nascosta sotto il tappeto, con alcune aree della città sembrano essere trattate in un modo ed altre che non sono neanche considerate. La nostra è una proposta seria fatta da imprenditori seri, che avrebbe previsto inoltre l’assunzione iniziale di tre persone, più altri in itinere. Villa Sabin è stata abbandonata da troppe amministrazioni. È giunta l’ora di cambiare registro», conclude, puntando il dito contro il regolamento per le adozioni delle aree verdi: «Un documento che dice poco o niente e che, ancor peggio, uniforma tutte le aree senza riconoscerne le peculiarità e le naturali e differenti vocazioni».

 

Di seguito la gallery di immagini che mostra le condizioni attuali del parco:

 

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