MESSINA. Ha interrotto uno degli “scioperi della fame” più brevi della storia festeggiando con un piatto di spaghetti, esultando sui social per il grande traguardo raggiunto. Eppure, malgrado l’entusiasmo del sindaco Cateno De Luca, la situazione delle ex Province regionali è esattamente la stessa di qualche giorno fa, ovvero prima dell’ennesimo eclatante gesto mediatico del Sindaco metropolitano. L’unica novità degna di nota è un ordine del giorno presentato all’Ars, che ha come firmatario il suo delfino Danilo Lo Giudice.
Cos’è un ordine del giorno? Si tratta di un atto che esprime una direttiva politica (non vincolante) al governo. Niente che in tempi brevi possa portare a soluzioni amministrative, quindi. Secondo De Luca, servirebbero 350 milioni di euro per salvare dal dissesto le ex province: quelli che Lo Giudice, che di fatto è la voce di De luca all’Ars, nell’ordine del giorno vorrebbe che il governo regionale si impegnasse a trovare. Problema è che il Governo Regionale, per bocca dell’assessore al Bilancio Gaetano Armao ha ampiamente spiegato che quei 350 milioni non ci sono nemmeno lontanamente.
Sicuramente, quindi, un piccolo passo in avanti nella battaglia intrapresa dal sindaco, ma di certo non una vittoria, se non di Pirro, malgrado le marce di protesta, gli scioperi della fame e i post su Facebook. Almeno fino a quando i soldi non verranno stanziati sul serio. Solo allora la strada per risanare gli enti intermedi sarà finalmente giunta al capolinea.
Ma non solo: De Luca, battagliero, annuncia “da domani a Palermo per portare avanti la nostra battaglia!”. Proprio domani, e proprio a Palermo, già da due giorni era stata previsto un incontro tra il Consiglio regionale dell’ Anci Sicilia, (l’associazione dei comuni siciliani) e il Governo regionale. Proprio sul tema della situazione finanziaria delle ex province siciliane.