I simboli massonici del Palacultura

 

Sembra fatto apposta, ma Messina, città massonica anche solo nell’allitterazione, non perde occasione per confermarsi come tale. Anche quando si affida a un romano. Accade che di fronte a uno dei più importanti monumenti storici e religiosi (la chiesa di San Francesco, dove si venera lʼImmacolata), separato solo da una strada a due corsie (il viale Boccetta), si trovi un manufatto, uno dei due pannelli bronzei che “decorano” il Palazzo della Cultura (il “Palantonello”) che è una vera e propria summa di elementi esoterici (e in parte anche sacri) largamente utilizzati dalla massoneria.

 

Affidati a Gaspare De Fiore (Roma 1926, professore ordinario di Disegno e Rilievo, tra i progettisti, a Messina, del Palacultura e del nuovo Museo), che li ha realizzati su incarico del Comune grazie a un affidamento da centomila euro attraverso un cottimo fiduciario, i due pannelli rappresentano, ripettivamente, una riproduzione del “San Girolamo nello Studio” di Antonello da Messina e “una interpretazione artistica con richiami alla cultura, al lavoro fisico ed intellettuale”. E qui iniziano i guai.

Cos’ha di esoterico il pannello? Sul lato sinistro, due uomini intenti a costruire. Seguendo la leggenda di Hiram, la costruzione potrebbe essere il Tempio, dalle cui porte (in questo caso un arco a tutto sesto) si vede il sole (Hiram, rappresentato nel pannello). Perfetta la sua collocazione, visto che si trova verso Sud, e, in massoneria, il sole si vede solo dalle tre porte del Tempio, collocate a Oriente, Mezzogiorno e Occidente. Tra le strumentazioni presenti nellʼarea dei due “muratori”, cʼè solo lo scalpello (mancano il regolo a 24 pollici e il maglietto, entrambi in dotazione agli apprendisti ammessi).

 

Sotto i due uomini, alcuni libri, un foglio di carta, un computer e un rotolo, che simboleggiano lʼevolversi della trasmissione della cultura. Tra un martello (simbolo legato allo scalpello col quale si sgrezza lʼanima) e lo scalpello, si vede una matita (attrezzo da lavoro del Gran Maestro, che insegna che le parole ed azioni vengono osservate e annotate dallʼOnnipotente Architetto, al quale si deve rendere conto della condotta durante lʼintera vita). Accanto allo scalpello, una tenaglia, anchʼessa utensile per la costruzione (in altre raffigurazioni, insieme a tre chiodi, richiama la Crocifissione di Cristo) e un crogiolo, strumento alchemico, carico di significati simbolici.

A destra dei due operai si trova una scala. La scala è in tutte le Tradizioni regolari segno e simbolo per eccellenza delle relazioni e dei percorsi che intercorrono tra cielo e terra, intendendo in prima istanza con tale dizione i diversi stati che lʼessere si trova a percorrere nel corso del proprio divenire e, principalmente, durante il cammino di realizzazione iniziatica. Sulla scala si trova un drappo, che potrebbe essere un drappo funebre. Le colombe, in alto, fanno riferimento alla festività solstiziale, che occupa il primo posto tra le solennità dell’anno massonico.

La parte destra del pannello è ripresa da una delle più famose incisioni di Albrecht Dürer (1471-1528), la Melanconia (1514), e anche qui un’orgia di simbolismo: si tratta di unʼopera che è diventata riferimento per eccellenza di esoterici e massoni. Ci sono una bilancia (che, in tutte le forme tradizionali nelle quali si è estrinsecata la Tradizione Unica, è raffigurata appesa ed è simbolo di Giustizia), la clessidra (simbolo del tempo, un invito alla Pazienza ed alla Tolleranza, ovvero ciò che guida il pensiero ad indugiarsi sulla dimensione che, scorrendo, dissolve ogni forma transitoria) e la campana. Non poteva mancare il compasso sulle gambe dellʼallegoria (insieme alla squadra, rappresenta l’Emblema della Massoneria), e la pietra angolare.

Insomma, se De Fiore voleva che la sua opera facesse discutere, c’è riuscito fino in fondo.

 

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Paolo
Paolo
1 Novembre 2018 12:14

Storia, mito e leggenda si….ma plasmate da eventi sismici catastrofici purtroppo certi e ciclici di cui occorre prendere sempre piu coscienza. Comportarsi conseguentemente in tempo di pace è un impegno di tutti.