MESSINA. Un finesettimana di piogge, copiose su tutta l’isola (a volte anche troppo) hanno risollevato di pochissimo il severo deficit pluviometrico che è continuato anche durante l’autunno.Le perturbazioni che hanno interessato l’isola non sono terminate, anzi continueranno ancora per qualche giorno, e questa è una buona notizia, perchè sul fronte della siccità che ormai da oltre un anno attanaglia la Sicilia, le altre notizie sono pessime.

La Regione Siciliana ha diramato il bollettino mensile di riempimento dei bacini idrografici, e come nei mesi precedenti la situazione è quasi catastrofica, considerando che proprio in autunno si ricompone grossa parte delle riserve idriche annuali. Quello che si evince dai dati è che al primo ottobre, l’acqua presente nei trenta invasi monitorati dalla Regione Siciliana è l’8% in meno rispetto al mese precedente, e addirittura del 45% inferiore a quella del 2023. Praticamente su 30 bacini idrografici regionali, dieci sono completamente a secco (cioè con meno dell’1% della capacità), e ben 11 hanno meno del 4% di acqua. In pratica di acqua a disposizione ce n’è 186 milioni di metri cubi su una capacità di 1.010,70 milioni di metri cubi di acqua: manca oltre l’80 per cento delle riserve idriche. Tradotto vuol dire che già da novembre, ci saranno zone della Sicilia che non avranno acqua potabile

Questo a riprova del fatto che le precipitazioni di settembre, come accaduto dopo quelle di agosto, non modificano significativamente il quadro di siccità precedente, nonostante i quantitativi caduti nel mese siano stati mediamente nella norma. “Ciò è dovuto al fatto che il peso relativo di queste piogge sui totali annuali risulta piuttosto limitato – scrive il Sias, il servizio informativo agrometeorologico della Regione – mentre i totali cumulati di pioggia a medio e lungo termine soffrono ancora di un pesante deficit accumulato fin dall’autunno 2023, che richiederebbe accumuli notevolmente superiori alle medie per essere colmato“.

La conferma viene dall’Osservatorio distrettuale permanente per gli utilizzi idrici: nel verbale della riunione del 18 ottobre, le previsioni fatte dall’organismo regionale sono estremamente preoccupanti. Si parla subito di “situazione di severità idrica del sistema idro-potabile e irriguo”, ma è quando si scende nel dettaglio che le cose iniziano a farsi allarmanti: secondo il segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia Leonardo Santoro, “in mancanza di precipitazioni, alcuni invasi esauriranno le risorse disponibili tra gennaio e febbraio del 2025. I casi più critici, oltre al Fanaco che già sta utilizzando il volume morto, sono quelli degli invasi Ancipa (in cui per i prelievi si sta utilizzando la parte di volume destinata alla salvaguardia dell’ittiofauna e che, si legge nel verbale, “sulla base degli scenari comunicati da Siciliacque l’esaurimento dell’invaso avverrà intorno al 22 dicembre 2024“), Castello e Ragoleto”.

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