MESSINA. Si chiama Patrimonio Messina s.p.a. la terza società firmata Cateno De Luca, lo stesso che in campagna elettorale aveva annunciato di voler liquidare le partecipate. Dopo Arismè e Messina Social City il nuovo organismo si occuperà di valorizzare (o dismettere) il patrimonio immobiliare che Palazzo Zanca possiede, e del quale, ha spiegato più volte il sindaco, non conosce paradossalmente l’entità.

La nuova società, che dovrà occuparsi innanzitutto della catalogazione dei beni, avrà capitale sociale da centomila euro. Per la governance, non è ancora deciso se avrà un amministratore unico come raccolanda la legge Madia, o se seguirà l’impostazione data da De Luca sin dall’inizio, con la nomina di tre membri (presidente e due consiglieri).

Secondo quanto è scritto nella delibera di costituzione della società, votata in Giunta ieri, “è necessario valutare nella sua pienezza un’importante risorsa economica come quella del patrimonio immobiliare, evitando che la frammentarietà e la mancanza di coordinamento tra le varie azioni amministrative, possono pregiudicare la conservazione la valorizzazione degli immobili”. Pertanto “ho preso atto dell’esigenza non più rinviabile di procedere a una rapida radicale inversione di tendenza da parte dell’amministrazione comunale, al fine di evitare il protrarsi di tale situazione di gestione del patrimonio comunale, possa trasformarsi in un serio pregiudizio per il bilancio in quanto il trascurare la necessità di una gestione più efficiente dell’ingente patrimonio comunale comporterebbe un ulteriore aggravio al bilancio, venendo meno la risorsa strategica in un processo di risanamento finanziario”.

“Esclusivamente ai fini del perseguimento dell’oggetto sociale – si legge ancora – può inoltre compiere operazioni mobiliari, immobiliari, commerciali, di leasing in qualità di utilizzatore, di factoring in qualità di cedente, di natura finanziaria, investimenti mobiliare, stipulazioni in qualità di richiedente con qualsiasi persona fisica o giuridica, società, ente, di aperture di credito, anticipazioni bancarie, sconti, fidi bancari, mutui ed in genere ogni operazione di finanziamento ed assicurazione non nei confronti del pubblico,  richiedere il rilascio a proprio favore o nel proprio interesse di garanzie reali e personali”.

“Le compravendite immobiliari, la costituzione di mutui e di finanziamenti, l’attivazione di affidamenti bancari, che comportino una variazione superiore al 30% degli importi previsti per tali operazioni nel bilancio di previsione approvato dall’assemblea dei soci o, se non previste in tale documento, siano superiori a 500 mila euro per ogni singola operazione, devono essere approvate dal socio unico in sede assembleare”.

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Giacomo
Giacomo
20 Febbraio 2019 18:51

Si predica bene, in camoagna elettorale, e dopo malgrado il dissesto finanziario si creano nuove società. Altri danni per Messina legata ad una…catena.