MESSINA. L’avevano giurato, l’hanno mantenuto. L’inciucio del consiglio comunale affinchè passasse la delibera su MessinaServizi non è stato indolore, per l’amministrazione guidata da Renato Accorinti: una contropartita ci sarebbe stata, era la promessa. Ed è arrivata. Un nutrito pugno di consiglieri comunali potrebbe di fatto mettere la giunta nell’angolo. Come? proponendo modifiche sostanziali alla delibera appena approvata.

Giuseppe Santalco, Nino Carreri, Benedetto Vaccarino, Pio Amadeo, Santi Sorrenti, Rita La Paglia, Giovanna Crifò, Carlo Cantali, Nora Scuderi, Antonino Interdonato, Carmelina David e Simona Contestabile, presenteranno una delibera d’indirizzo in cui daranno indicazioni all’amministrazione sulle modifiche (parecchio sostanziali) alle quali sottoporre tutta la faccenda MessinaServizi: dall’ingresso di partner, all’aumento molto sostanzioso di capitale sociale. 

Partendo dal presupposto che l’amministrazione “non ha predisposto il piano industriale della costituita società, né ha asseverato il piano economico-finanziario della predetta società”, i dodici consiglieri chiedono la convocazione di un’assemblea straordinaria con all’ordine del giorno la delibera di aumento di capitale sociale di MessinaServizi spa “non inferiore a Euro 2/5 milioni” (attualmente il capitale sociale ammonta a centomila euro), e soprattutto la “contestuale inizio della ricerca di un partner pubblico”.

Un punto, questo, che i padri della MessinaServizi, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e quello alle Partecipate Guido Signorino, faranno fatica a digerire: per loro, MessinaServizi nasce pubblica e pubblica morirà. E l’ingresso di partner, benchè pubblici anch’essi, sarebbe un imbastardimento intollerabile. Oltre che abbastanza complicato perché, stando alla delibera, oggi un eventuale socio pubblico dovrebbe oggi sganciare dal milione e 900mila euro ai quattro milioni e 900mila euro. 

Come si rimedia una tale somma di denaro, per giunta pubblica? Con “una manifestazione di interesse pubblico a livello nazionale per individuare un partner tecnico industriale avente la forma di società in house interamente costituita da partner pubblici disposti ad acquisire il 40-45% del capitale sociale, con più versamenti, a cui affidare la conduzione e gestione tecnica amministrativa della MessinaServizi spa, riservandone al Comune il controllo”.

Dei proponenti la delibera, venerdi sera in aula c’era solo Santalco: gli altri erano assenti, chi solo venerdi chi, come Pio Amadeo, è stato assente per tutte e tre le delibere che hanno portato alla creazione di MessinaServizi: piano Aro, creazione della società e affidamento del servizio. Al suo pari, anche Carmelina David, mentre Nino Carreri e Nino Interdonato, pur contrari alla forma con la quale la società è nata e si è sviluppata, venerdi hanno abbandonato l’aula (Carreri piuttosto polemicamente) per permettere ai “si” di raggiungere la maggioranza.

 

 

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