MESSINA. «Come si chiamano i politici che dicono di fare una cosa e poi non la fanno, ma fanno finta di fare cose che in realtà non possono fare? A Messina hanno un nome e un cognome: Cateno De Luca». Inizia così la nota di “MessinAccomuna” in merito alle ultime dichiarazioni del primo cittadino, che ha annunciato di voler rinunciare alla fascia di sindaco metropolitano a causa della situazione economica disastrata di Palazzo dei Leoni e del suo scontro a distanza con il Governo nazionale, e nello specifico con il sottosegretario del M5s Alessio Villarosa.

«Dopo le promesse di dimissioni non mantenute, dopo le promesse elettorali morte e sepolte – spiegano gli attivisti – ecco adesso le promesse istituzionali non attuabili. De Luca il primo maggio vuole “marciare sulla Prefettura”, seguito da un manipolo di sindaci fedeli, per fare un atto vuoto, inutile, e recitare l’ennesimo show (con immancabile selfie e salace commento su FB). Dice che si sospenderà dalle funzioni di Sindaco della Città Metropolitana, consegnando la fascia alla Prefetta. È una cosa che, semplicemente, non può fare. Per la legge (e per il Tar) lui è Sindaco della Città Metropolitana non per scelta personale, non per elezione diretta, ma solo in quanto Sindaco della città capoluogo. Per sospendersi da Sindaco metropolitano DEVE sospendersi da Sindaco di Messina. Se non lo fa, vuol dire che siamo di fronte a una nuova carnevalata: dopo l’onorevole in mutande avremo anche il sindaco metropolitano “sfasciato” che, in realtà, sfascia l’istituzione che governa: non c’è un “vicesindaco metropolitano” e non esiste alcun impedimento oggettivo e riscontrabile. Mentre lui gioca ad autosospendersi, chi svolgerebbe le sue funzioni? A furia di “provocazioni”, De Luca potrebbe cadere nell’interruzione di pubblico servizio. Uno che il sindaco lo sa fare, deve anche sapere cosa non può fare, e l’autosospensione da sindaco, non prevista dalla legge, proprio non può farla».

«Se vuole davvero risolvere il problema, lo ponga sui tavoli giusti: vada alla Regione, dal “suo” governo e dall’Assessora alle autonomie locali (appartenente al “suo” partito-taxi di turno), non scappi da Messina quando viene in città un Ministro, mobiliti l’Anci e l’Unione delle Province (se ci riesce), proponga interventi normativi coerenti, strutturati e sostenibili (se ne è in grado). Insomma, la smetta di fare “provocazioni” e cominci a fare il Sindaco in maniera seria, operosa, costruttiva e rispettosa delle istituzioni (se davvero lo sa fare). Marciare il primo maggio a Messina serve solo a fare campagna elettorale per Forza Italia alle Europee».

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