MESSINA. È morto Giovanni D’Andrea, ingegnere, editore e sognatore. Figlio di Cosimo, negli anni Novanta, coinvolto nelle inchieste della Tangentoli messinese, aveva raccontato ai giudici i meccanismi che regolavano gli appalti in riva allo Stretto, fondando parallelamenteun settimanale, “l’Isola, la cui direzione fu affidata a Giuseppe Ramires. Erano gli anni in cui si sperava di poter voltare pagina, e Giovanni D’Andrea credeva realmente che la città potesse cambiare. Per questo motivo, ogni settimana, sul magazine full color, si raccontavano non solo le inchieste, ma i tanti volti della città senza fare sconti a nessuno. Proprio a “l’Isola”, si deve, ad esempio, la pubblicazione del primo elenco dei massoni messinesi con le rispettive logge di appartenenza. Dalle stanze del giornale, inoltre, passarono molti dei giornalisti che ancora oggi provano a raccontare la città.

I sogni dell’imprenditore, però, non trovarono coronamento, tanto che, chiuso il settimanale, abbandonò la città per andare a Milano non senza subire un altro dolore: la perdita della sua villa, acquistata da Francantonio Genovese all’asta.

Da imprenditore, il suo nome si lega, tra le altre realizzazioni, al nuovo Museo di Messina.

 

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