MESSINA. Si è insediato questa mattina Vincenzo  Barbaro,  nuovo  procuratore generale di  Messina. In una affollata aula  della Corte d’Assise hanno preso parte  alla cerimonia d’insediamento, presieduta dal presidente  della Corte  d’appello Michele  Galluccio, numerose personalità.

Parole di stima ed apprezzamento sono state espresse  dallo stesso presidente Galluccio che ha ricordato  l’inizio della carriera in magistratura  cominciata  per entrambi allo stesso momento, dal sostituto procuratore generale  Enza Napoli, dall’ex procuratore  generale Giovanni D’Angelo , dal procuratore capo di Messina Maurizio  De Lucia, dall’avvocato  Giuseppe Vadalà Bertini per l’ordine gli avvocati e l’avvocato Massimo  Lo  Turco.

Infine  ha preso la parola  il procuratore  Barbaro che  si è  soffermato  sul  ruolo del procuratore  generale “Il primo pensiero  va al concetto  di  trasparenza – ha detto- ritengo che sia arrivato il momento di  dare contenuto a questo  concetto  di trasparenza e di comunicare  il più  possibile proprio in in momento in cui la comunicazione  via internet è  diffusa in tutto il territorio , penso che sia arrivato il momento che tutti gli uffici  giudiziari  del distretto si dotino di siti internet”. Ha poi parlato del giusto  processo “non ci può essere  un  giusto processo  se un processo  non ha una giusta durata”, “dobbiamo prendere atto che purtroppo spesso la risposta alla domanda di  giustizia  non è  efficiente: si attende  troppo per poter ottenere una decisione che spesso arriva con ritardo “.

Per il nuovo procuratore  generale “Dobbiamo cominciare a  pensare di parlare in termini di  economicità giudiziaria” , “bisogna  smettere di pensare  ad una giustizia  come ad una macchina  a scompartimenti  separati dove  un ufficio scarica  sull’altro e si mette a posto”. Ed ancora “uno sforzo unitario è già stato ravvisato nel Csm laddove ha parlato di conferenze distrettuali”. “Penso – ha concluso – che tra le soluzioni bisogna  adottare  scelte che siano coraggiose invece  che attendere  passivamente  e con  rassegnazione   che la giustizia  continui a produrre dei disservizi”.

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