MESSINA. È diventato un vero e proprio caso di stato, la visita del Dalai Lama a Messina. Polemica divampata già qualche settimana fa, alla notizia che per assistere all’incontro a Taormina si sarebbe dovuto pagare un biglietto, rinfocolata quando è stato diffuso il tariffario (uguale) per l’incontro a Messina al teatro Vittorio Emanuele, e infine diventata incendio quando il sindaco Renato Accorinti ha comunicato l’intenzione di concedere la cittadinanza onoraria a Tenzin Gyatso, attuale Dalai Lama, il quattordicesimo, leader spirituale del Tibet e premio Nobel per la pace.

Il primo a sollevare perplessità è stato Giuseppe Santalco, che le sue riflessioni le aveva affidate ad un post sul profilo Facebook: “Il Sindaco non può concedere la cittadinanza onoraria al Dalai Lama senza una delibera del Consiglio Comunale. Sarebbe un fatto oltremodo grave oltre che illegittimo. Il Prefetto dovrebbe intervenire per evitare la commissione di una gravissima irregolarità amministrativa che se attuata potrebbe comportare la commissione del reato di abuso d’ufficio. Non può passare questa violazione di legge nel caso in cui con una semplice delibera di Giunta il Sindaco consegnasse la cittadinanza onoraria”, ha ribadito Santalco.

A strettissimo giro di posta, è toccato alla presidentessa del consiglio comunale Emilia Barrile, che ha percorso le vie istituzionali, scrivendo direttamente al sindaco, ricordandogli “di aver pubblicizzato un atto amministrativo che ancora non è neanche in gestazione. Aver inserito nel programma ufficiale della visita del Dalai Lama il conferimento della cittadinanza onoraria stupisce e sconcerta questa presidenza, vista l’assenza di alcuna proposta che, investendo correttamente il consiglio comunale, potesse aver istruito il corretto iter del conferimento”.

La risposta di Accorinti, che ha tentato di mettere una pezza, non si è fatta attendere: “Si tratta esclusivamente di una bozza di programma, che è stata diffusa per iscriversi agli eventi e quindi parteciparvi”, ha chiarito Accorinti, che ha aggiunto, riguardo un’altra polemica sollevata in questi giorni, che “i biglietti in vendita rappresentano soltanto un contributo alle spese e nessuno percepirà guadagni da questo doppio appuntamento nei Teatri di Taormina e Messina”. Quindi la “riabilitazione” amministrativa: “Nel corso della seduta di Giunta di ieri abbiamo previsto una richiesta da trasmettere al Consiglio comunale per quanto di competenza”.

Infine, un po’ di “name dropping”: “Aggiungo infine che nella bozza di programma, ripeto bozza di programma, non è riportato l’intervento del Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Messina, Filippo Romano, che ho sentito oggi ed ha ufficializzato la sua presenza nell’incontro di giorno 16 a Taormina. Non è citato neppure il sindaco di Catania, Enzo Bianco, al quale sempre oggi ho chiesto di prendere parte all’accoglienza all’aeroporto della città etnea”.

Questo consiglio, in carica da luglio del 2013, di cittadinanze onorarie ne ha concesse, anche a personalità di gran lunga meno celebri del Dalai Lama: il 5 marzo del 2015 l’onorificenza è andata al magistrato antimafia Nino Di Matteo (unanimità dei voti, venti consiglieri su venti, su proposta del sindaco), il 16 febbraio 2016 è toccato a Emmanuel Miraglia, medico e fondatore a Messina di Ortopedico e case di cura private (proposta da mezzo consiglio comunale).

Per ultimo, il 16 dicembre del 2016 a Bruno Cadorè, maestro dell’ordine dei Domenicani, ottantasettesimo successore di san Domenico, nome che ai più non dirà molto ma che, si legge nella motivazione, “durante il suo incarico, ha compiuto dall’insegnamento nelle università al servizio e alla promozione integrale dell’uomo in tutti gli 84 paesi del mondo in cui l’ordine è presente”. Anche questa, proposta da Accorinti e approvata dalla giunta prima e dal consiglio poi.

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