Messina, quanto guadagna in media un lavoratore dipendente

MESSINA. Quanto guadagna, in media, un lavoratore nella città dello Stretto? Poco più di settemila euro, 7.117,01 per l’esattezza. Poco, rispetto a molte città italiane, e anche rispetto a tutte le città della Sicilia eccetto Enna e Agrigento, alle ultime posizioni. È quanto emerge dal rapporto del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, che hanno analizzato gli stipendi medi in tutte le città d’Italia nell’anno 2021 stilando una classifica che vede Messina all’82esimo posto su 107 e Enna e Agrigento rispettivamente nelle posizioni 104 e 105..

La città dello Stretto, infatti, risulta ben al di sotto della media nazionale per l’anno in esame: 12.473,20 euro annuali, oltre cinquemila in più rispetto al lavoratore medio messinese. E non è tutto: mentre la media nazionale si è alzata del 2,5% rispetto al 2019, a Messina gli stipendi sono diminuiti del 2,2%. In tutto, le città che hanno registrato un calo degli stipendi dal 2019 al 2021 sono 22: in queste aree un lavoratore dipendente ha perso in media nel triennio 312 euro, a fronte di una crescita nazionale di circa 301 euro. In particolare, però, a vedere una busta paga considerevolmente più leggera sono i lavoratori di Venezia, Firenze e Prato, che hanno salari più magri di oltre mille euro a testa.

Gli stipendi più alti in Sicilia si registrano a Ragusa e Siracusa: nella prima la media è di 10.268,88 euro annui procapite (5,8% in più in tre anni che la portano alla 51esima posizione), nella seconda è di 9.243,22 euro (2,2% in più rispetto al 2019 e 60esima posizione). Le altre, in ordine, decrescente, sono: Catania 72esima con 8.087,86 euro all’anno (-1,6% rispetto al 2019), Caltanissetta 79esima con 7.491,41 euro (+4,4%) e Palermo 80esima con 7.378,06 euro (+0,4%).

Crescite al top si rilevano a Milano (+1.908 euro), Parma (+1.425) e Savona (+1.282). Sotto la Madonnina i dipendenti sono anche i meglio pagati d’Italia, con uno stipendio medio di 30.464 euro nel 2021, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e nove volte più alto di quello di Rieti fanalino di coda nella classifica retributiva. Ma, va detto, che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90% del reddito disponibile contro il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale. Ma se Milano è la prima provincia italiana per valore pro-capite dei salari, Savona (+14,3%), Oristano (+11,8%) e Sud Sardegna (+11,2%) presentano i maggiori incrementi delle retribuzioni.

«L’analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente, e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud – ha sottolineato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne – infatti, se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale».

Graduatoria delle province/città metropolitane per redditi da lavoro dipendente procapite anno 2012 e variazioni percentuali rispetto al 2019. Comprende: retribuzioni lorde, retribuzioni in denaro, retribuzioni in natura, contributi sociali a carico dei datori di lavoro, contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro, contributi sociali figurativi a carico dei datori di lavoro.

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