MESSINA. Quanti stranieri vivono a Messina? E da dove vengono? E quanti anni hanno? Pur essendo uno dei grandi centri italiani in cui l’immigrazione ha impattato di meno negli anni (per questioni di opportunità lavorative soprattutto), quasi dodicimila dei circa 219mila abitanti di Messina non sono italiani.

Da dove vengono? Nel censimento del 2016, risultavano rappresentate in città ben 133 nazioni su 208 stati in tutto il mondo. Oggi quel numero, seppure di poco, si è ridimensionato. La comunità più numerosa in città è quella proveniente dallo Sri Lanka, arrivata ormai in qualche caso alla terza generazione. Di “nativi”, comunque, ce ne sono ancora moltissimi: 3976, di gran lunga l’etnia più rappresentata in città, che distanzia di parecchio la seconda, quella che proviene dalle Isole Filippine, che si ferma a 2205. I mille, tra l’altro, li oltrepassano solo i nati in Romania e il Marocco, che di cittadini residenti in Italia ne hanno rispettivamente 1644 e 1125.

La prima, grossa ondata migratoria a Messina si è registrata nei primissimi anni ’80, con le prime comunità filippine e srilankesi: intere vie, oggi, odorano come piccole Brick Lane londinesi, di spezie orientali. La via Placida per esempio, piena di botteghe di generi alimentari indiani, e il mercato del Muricello, vero punto d’incontro culinario multiculturale, in cui i nativi dello Sri Lanka la fanno da padroni. La via Palermo, ormai è una piccola Chinatown, visto il fiorire di negozi cinesi (e la via Tommaso Cannizzaro ed il viale della Libertà ci si avvicinano). Una specie di mistero, questo. Perchè di cittadini provenienti dalla Cina a Messina ne risiedono relativamente pochi, 406, a tal punto che ci sono quasi più negozi con le lanterne rosse fuori che residenti. La comunità cinese contava settecento membri quindici anni fa, e oggi è quasi dimezzata, ma in ripresa dai duecento a cui si era ridotta nel 2016. Parecchio radicata in città è anche la comunità marocchina, che a partire dalla fine degli anni ’70 si è stabilizzata, sparpagliandosi da nord a sud: all’inizio perlopiù presenze individuali, commercianti o lavoratori stagionali che dopo qualche tempo riuscivano a ricongiungersi con le famiglie, i marocchini rappresentano la maggioranza musulmana messinese. Rumeni e polacchi sono arrivati quasi contemporaneamente all’inizio degli anni ’90, quando la caduta dei regimi comunisti ha permesso l’espatrio di chi andava in cerca di libertà e fortuna. I secondi, una volta più numerosi, si sono assottigliati di parecchio, i rumeni sono stabili, e oggi rappresentano la terza popolazione straniera per numero.

Tra le varie curiosità, a Messina sono stati registrati anche cittadini provenienti davvero dai quattro angoli del mondo (anche se molti di questi sono italiani nati in altre nazioni): dal Lussemburgo al Nepal, dalle isole Samoa alla Norvegia (nazione della quale Messina ha ospitato un consolato onorario, al pari dell’Islanda, della Danimarca e della Finlandia), dal Giappone al Guatemala, dal Benin alla Svezia, dagli inglesi a un cittadino di Saint Christopher e Nevis, da israeliani a palestinesi e russi e ucraini (paesi oggi in guerra tra loro), e poi brasiliani, canadesi, sudafricani, svizzeri, giapponesi, vietnamiti e malesi. Tutti insieme appassionatamente.

Un dato anagrafico che salta agli occhi è l’età. Gli stranieri in città sono rappresentati perlopiù da donne e uomini più giovani dei messinesi: la fascia più “affollata” è infatti quella dai 35 ai 49 anni per entrambi i sessi, seguita da quella 20-24 per i maschi e 50-54 per le donne. I messinesi più numericamente rilevanti, invece, appartengono alla fascia anagrafica tra i 50 e i sessant’anni. Anche questa, testimonianza di una città sempre più vecchia.

 

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