MESSINA. C’erano voluti mesi, ed una “task force”, per riuscire a vedere di nuovo il colore delle strade e dei marciapiedi messinesi, tradizionalmente coperti da un velo di foglie, cartacce, plastica e sporcizia. Sono bastati i venti giorni delle feste natalizie per far tornare la città una pattumiera.

Se i cassonetti vengono svuotati più o meno regolarmente, soprattutto nelle zone meno periferiche, evitando così che i sacchetti si depositino per strada, lo spazzamento e la raccolta delle suppellettili si sono praticamente interrotti: in via sant’Agostino, da una settimana addossati al muro di un palazzo ci sono dei mobili che qualcuno il 4 gennaio, con tanto di cartello, aveva posato perchè Messinambiente venisse a raccoglierli.

 

Da sud a nord, complice anche il vento di questi giorni, agli angoli delle strade è piano di fogliame e cartacce, e nei cespugli che crescono ormai radiosi, dato che di scerbature non se ne parla, si accumulano rifiuti volanti e resti di venti giorni di mancata pulizia.

Le scalinate del centro, poi, sono vere e proprie discariche a cielo aperto: doppia beffa, perchè sono l’itinerario che ogni giorno compiono i turisti che arrivano in città. Persino il PalaCultura, che pure ospita uffici  e assessorati del Comune, è ridotto ad una latrina.

Per Messinambiente è un momento delicato, Messina Servizi Bene Comune, che avrebbe dovuto essere pienamente operativa già da ottobre, ancora è in alto mare, e le operazioni di passaggio dei lavoratori da una società all’altra si stanno rivelando lunghe e piene di ostacoli, al punto da mettere muro contro muro dipendenti, società, Comune e sindacati.

Messina, e le condizioni in cui si è ridotta in due sole settimane, vanificando un lavoro di sei mesi, non sono nè un biglietto da visita, nè un buon auspicio. Per nessuno. Soprattutto per chi cerca solidarietà in una battaglia per il mantenimento delle condizioni del posto di lavoro

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