MESSINA. Cartacce, spazzatura, siringhe ipodermiche e lacci emostatici, resti di “banchetti” improvvisati, reggiseni appesi. E sullo sfondo, i ruderi delle scale mobili che da via XXIV maggio dovrebbero portare in via Peculio Frumentario: un progetto che risale al 2001, finanziato con 850mila euro di fondi ministeriali messi a disposizione dal dicastero ai Lavori pubblici, terminato nel 2007, collaudato nel 2009 e mai entrato in funzione, vecchio cavallo di battaglia del consigliere comunale Piero Adamo e del consigliere di quartiere Daniele Travisano che sull’argomento hanno scritto parecchie interrogazioni, e oggi simbolo del degrado che attanaglia intere zone di Messina.

Tranne che per qualche pulizia occasionale, la scalinata è da sempre quella “terra di mezzo” tra due strade, male illuminata e peggio frequentata, percorrendo la quale sembra di essere fermi agli anni ’80 e ’90, quando il quadrilatero di vie dietro il corso Cavour, e le scalinate che le solcavano, erano il regno dell’eroina.

In pressoché tutte le città d’Italia, le scalinate sono luoghi d’aggregazione e di incontro: a Messina regnano sporcizia, degrado e decadenza. Che in questo caso non è nemmeno poetica: solo triste.

Tutti gli scatti sono di Elena Giardina

 

 

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