MESSINA. Un tempo era la cara vecchia televisione: un parallelepipedo luminescente che trasmetteva semplicemente noi stessi dandoci però l’impressione di mostrarci dell’altro, un po’ come quegli specchi deformanti dei Luna Park in grado di alterarci i connotati. Cosa mostrava la tv? Era lei ad essere il riflesso della società o era piuttosto la società a riflettere la finzione, adeguandosi al suo simulacro in celluloide? Una domanda ciclica, a cui nessuno ha mai saputo dare una risposta esaustiva, che si ripresenta più attuale che mai nell’era dei social network, lo strumento privilegiato per osservare il modo in cui una collettività decide di rappresentare se stessa.

Una città al contempo bellissima e tremenda, amata senza remore ma al tempo stesso dileggiata, costretta a convivere con l’eterno scisma fra l’orgoglio e la vergogna. È l’immagine che Messina restituisce di sé nei gruppi e nelle pagine Facebook, ovvero quelle comunità di utenti che condividono un interesse comune e ne discutono insieme, animatamente, senza filtri, come in delle immense piazze virtuali che raccontano chi siamo e il modo in cui ci percepiamo. Da un lato le bellezze naturalistiche e le specialità culinarie, esaltate in modo esasperato, come delle icone sacre; dall’altro le brutture del vivere quotidiano, l’inciviltà dilagante, l’odio politico, la rabbia che non trova sfogo nella “realtà reale” e si riversa come un fiume in piena sulle bacheche digitali.

Uno dei gruppi più seguiti si chiama “Missinisì e Fiero” e propone “l’essenza del vero messinese, capace di scherzare in ogni situazione e di tirar fuori l’orgoglio per la sua cittadinanza ovunque”. Una descrizione in cui si rispecchiano oltre 31mila cittadini che seguono, commentano e condividono quotidianamente i post della pagina, ovvero articoli di giornale, curiosità, video e meme in dialetto, ma anche foto di rifiuti, qualche bufala (la foto di uno striscione al Giro d’Italia scattata chissà dove), critiche all’amministrazione Accorinti (la visita del Dalai Lama è uno dei loro cavalli di battaglia) e invettive sul traffico. Iconica l’immagine del profilo, con un arancino e una granita che affiancano il Duomo e la statua del Nettuno. 

Tantissimi i gruppi che fanno del cambiamento sociale la loro ragione di esistere. “Riabilitiamo Messina”, nato con l’obiettivo di “sensibilizzare le amministrazioni e i cittadini alla cura ed al senso civico nei confronti della nostra città” di iscritti ne ha 9709 e raccoglie per lo più foto di denuncia e articoli di testate online, che propongono contenuti fra i più disparati, da “La Madonnina del Porto a rischio crollo” alle cronache calcistiche. A far la parte del leone sono le invettive contro la classe politica e i problemi cittadini, il più pregnante dei quali, a giudicare dai commenti, sembra essere la questione migranti.

All’insegna del rinnovamento anche “Messina in movimento” (2050 iscritti), che come slogan propone la lotta “contro le ipocrisie e contro i conformismi. Attraverso la Ragione per sconfiggere i pregiudizi”; “Missione Messina” (3390), che ha come punto di riferimento il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello, e “Messina deve cambiare” (4077), con posizioni molto critiche nei riguardi dell’amministrazione, al contrario della pagina “Messina vuole cambiare” (5512), luogo di incontro “per i messinesi che hanno deciso di sostenere l’esperienza civile di Renato Accorinti”

Proprio il primo cittadino di Messina rappresenta una sorta di spartiacque social, con decine di pagine e gruppi dalle posizioni contrapposte: dai favorevoli (“Renato Accorinti – sindaco di Messina”, 9372 membri) ai contrari (“Vogliamo le dimissioni del sindaco Accorinti”, 6914) fino ai gruppi satirici (“Il ruggito del Consiglio”, 5012; “Renato Accorinti malvagio”, 2800).

Altrettanto seguite le comunità che puntano a valorizzare le bellezze cittadine. Due le tematiche principali: il patrimonio naturale e il cibo, sebbene in tanti gruppi la maggior parte dei post siano i soliti articoli di giornale, che aumentano proporzionalmente al numero di utenti. Fra i più seguiti ecco “Lo Stretto di Messina patrimonio dell’umanità”, che di iscritti ne ha 6877; “Sei più messinese di un messinese”, una rassegna di luoghi comuni, vizi, pregi e difetti dei cittadini (19mila); la pagina “Stretto di Messina” (ben 42.269 seguaci), con tantissime foto e video, “Messinesi in Sicilia, in Italia e nel Mondo” (che piace a 31.200 persone) e “Sei di Messina se” (21mila). Fra le immagini più postate sui social (77mila nella sola estate del 2017, 16° località più ritratta d’Italia) soprattutto spiagge, scorci suggestivi e pietanze culinarie, con una grossa prevalenza di granite, arancini, pitoni e braciole: (rari) vanti cittadini assurti ormai a simbolo della messinesità tout court (basti pensare che digitando su google immagini le keywords “messinese” o “messinesi” gli unici risultati proposti dal motore di ricerca sono proprio i piatti della tradizione).

I gruppi in assoluto più frequentati sono tuttavia quelli di scambio merci e vendite online: un’infinità. È sufficiente cercare su Facebook le parole “mercatino messinese” per ritrovarsi d’innanzi a una dozzina di pagine differenti, ognuna delle quali ha decine di migliaia di iscritti. La più seguita ha 111.870 membri in un comune che di abitanti ne fa grossomodo 240mila. Ma in fondo siamo sempre stati una città di mercanti.

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