POTENZA. Sono quattro gli assenti in casa Messina per la trasferta di Potenza, dove disputa le proprie gare casalinghe il Picerno, riammesso in estate in extremis in Lega Pro al posto del Gozzano. Emergenza difensiva per Sasà Sullo a causa della contemporanea indisponibilità di Celic e Mikulic, sostituiti dal 18enne Fantoni. Ancora out invece Baldé insieme all’infortunato di lungo corso Matese. Giallorossi in campo con il solito 4-4-2.

Il Picerno si schiera invece con il 4-2-3-1 con Reginaldo terminale offensivo. Formazione equilibrata quella allenata da Antonio Palo, priva di Esposito e Finizio e che nelle prime giornate di questo torneo ha trovato la via della rete con difficoltà concedendo però solo un gol. Prima vittoria per i padroni di casa arrivata come per il giallorossi nell’ultimo match sul campo della Turris.

PRIMO TEMPO

Alla prima azione degna di nota il Messina va subito in vantaggio. Sarzi Puttini – fino a quel momento la solita spina nel fianco per la difesa avversaria – spinge sulla sinistra, Catania salta Vanacore e la appoggia dentro per Adorante che dopo un rimpallo la calcia di potenza e trova la seconda marcatura stagionale consecutiva in trasferta dopo il gol contro il Monopoli (16′). Il Picerno, fino a quel momento più compatto in mezzo al campo, risponde con la velocità di Guerra e Carrà. Ed è solo il preludio per il pareggio dei padroni di casa: Sarzi Puttini si dimentica Vanacore, cross al centro respinto in modo blando da Russo – appena entrato per l’infortunato Simonetti – con Dettori che dal limite dell’area trova il gol con un tiro potente e angolato (26′). I giallorossi sembrano accusare il colpo e lasciano spazio sul terreno di gioco proprio ai lucani che ne approfittano e ringraziano: ancora Guerra crea superiorità a sinistra e salta in scioltezza Morelli, sinistro dentro per D’angelo con Lewandowski chiamato agli straordinari per togliere la sfera da sotto l’incrocio. La prima frazione di gioco si chiude qui, con la squadra di Palo molto più positiva e propositiva rispetto ai giallorossi.

SECONDO TEMPO

Pronti via e il mediocre Luca De Angeli della sezione di Milano, dopo più di una decisione cervellotica emersa nel primo tempo, decide di ergersi a protagonista del match. Cross del Picerno dalla trequarti, Damian, girato di spalle, secondo De Angeli intercetta il pallone con la mano. Nonostante il contatto avvenga almeno a un metro di distanza dall’area di rigore, l’arbitro, non aiutato dal guardalinee, fischia il penalty: Reginaldo non sbaglia e trova la prima rete con la nuova maglia (50′). Sullo prova a risvegliare i suoi con Fazzi per un improponibile Morelli e il debuttante Milinkovic per l’impalpabile Vukusic. Ed è proprio quest’ultimo ad impensierire Albertazzi con uno slalom stretto che per poco non porta Catania al pareggio. Squadre che si allungano e praterie per il neo entrato Terranova, ma Lewandowski a tu per tu tiene i suoi in partita. Trascorre qualche minuto e si mette male per il Messina: un ingenuo Adorante, già ammonito, reagisce con un calcetto alla spinta di Allegretto: per De Angeli è rosso diretto (70′). Stavolta i giallorossi reagiscono con i nervi: Damian crossa per la testa di Milinkovic, Guerra la intercetta col braccio ma per la terna arbitrale il tocco sarebbe avvenuto all’esterno dell’area tra le proteste dei peloritani. L’ultima chance in pieno recupero porta la firma di Fantoni, ma la girata trova le mani sicure di Albertazzi che stoppa i sogni di gloria dei giallorossi.

Solito leitmotiv per i peloritani che cominciano il match in discesa e si fanno rimontare a inizio secondo tempo dopo aver costruito poco o nulla ed evidenziando una immaturità gestionale cronica in questo inizio di stagione. Damian e Fofana vengono imbrigliati bene dagli uomini di Palo, che blocca i rifornimenti per l’attacco ospite, ma sono gli errori della terna arbitrale a decidere il match in favore della formazione lucana, alla sua seconda affermazione consecutiva. Nel turno infrasettimanale di mercoledì pomeriggio al “Franco Scoglio”, Sullo sarà chiamato a ricomporre nervi, idee offensive e difesa della sua squadra – fin qui la più bucata del torneo – contro la capolista Bari.

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