MESSINA. Da un lato una serie di debuttanti senza esperienza politica e amministrativa di alcun tipo, ma legittimati dalla volontà popolare, come nel caso delle senatrici Grazia D’Angelo (91 voti e decimo posto alle parlamentarie) e Barbara Floridia (quarta alle scorse amministrative a Venetico), o le deputate Angela Raffa e Antonella Papiro (quattromila voti in due alle regionali di novembre); dall’altro una storia di militanza, di movimenti che “ci hanno creduto” fin dall’inizio, quando nessun altro li prendeva sul serio, fra trionfi e tonfi, scissioni e azione sul territorio. È una classe dirigente (che molto probabilmente sarà classe di governo) dal volto composito quella venuta fuori dal ciclone a cinque stelle che ha travolto mezza Italia alle politiche del 4 marzo, portando a Roma i frutti di un progetto iniziato quasi dodici anni fa in uno “scantinato” in Via dei Verdi.

La nascita di quello che diventerà il Movimento 5 Stelle messinese ha una data precisa: il 25 aprile del 2006, giorno in cui venne fondato il meetup Grilli dello Stretto. Risalgono invece ai primi mesi del 2007 le prime riunioni ufficiali del gruppo, tenute in un locale interrato nei pressi dell’Università di proprietà di Legambiente. È lì che esperienze eterogenee come quelle della rete Lilliput e di varie associazioni universitarie ed ambientaliste convergono in un’unica visione politica comune. All’inizio i membri originari del meetup sono circa una decina, fra i quali Massimiliano Arceri, “anima e cuore” del gruppo fino al 2011. Giovani (soprattutto) e meno giovani che decidono di “autotassarsi”, pagando 1euro a testa per ciascuna riunione settimanale da donare a Legambiente.

A tenere banco, nei primi anni di attività, sono soprattutto i due V-day e varie tematiche cittadine, proposte di volta in volta dai componenti del gruppo, fra le quali il parco Aldo Moro, oggi tornato prepotentemente al centro delle cronache, le baracche e la valorizzazione della Real Cittadella.

È in questo periodo che, su iniziativa dei componenti del meetup, nasce l’associazione culturale Energia Messinese (ancora attiva), che inizialmente servì come strumento per richiedere al Comune il suolo pubblico e acquistare il dominio di un sito. Varie le iniziative portate avanti dall’associazione, dalla raccolta di 3000 firme per l’apertura del Parco Aldo Moro, nel 2008, alle partecipate manifestazioni antimafia del 2009 e 2010.

 

 

Ed è proprio a cavallo fra quel biennio che avviene la svolta, con il passaggio di parte degli aderenti all’associazione “sotto le bandiere” del neonato Movimento 5 stelle, fondato a Milano il 4 ottobre 2009  da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sulla scia dell’esperienza del movimento Amici di Beppe Grillo, attivo dal 2005, e delle liste civiche a Cinque Stelle, presentate per la prima volta alle elezioni amministrative del 2009.

Il primo step della nuova avventura pentastellata avviene con l’affitto di una sede, prima in Via Palermo, dove avviene il primo incontro con il futuro deputato nazionale Francesco D’Uva, e poi in Via Mario Giurba, location strategica della discussione pubblica sul futuro del Tirone e della vincente campagna referendaria del 2011, anno in cui il gruppo entra in contatto con Alessio Villarosa.

«Lo spartiacque nella definizione politica del nostro operato – raccontano i fondatori del primigenio meetup – è stato proprio il referendum del 2011: siamo passati dall’essere pochi elementi a riunioni molto partecipate, dall’organizzazione di 4-5 eventi ogni 12 mesi (fino al 2011) a più di 10-12 l’anno».

 

 

L’incontro con Valentina Zafarana e Antonio De Luca avviene invece qualche tempo dopo, in coincidenza con il cambio di sede in zona Duomo, con gli attivisti in procinto di affrontare le elezioni regionali del 2012. Risalgono a questi mesi – ad inizio estate – le prime mosse del Movimento per le amministrative dell’anno successivo: il primo nome che viene in mente, per la poltrona di Palazzo Zanca, è quello di Renato Accorinti, all’epoca ancora solo un attivista senza alcuna esperienza (e ambizione politica). E infatti Accorinti dice di no: ufficialmente perché non voleva prendere tessere di partito, ufficiosamente perché di lì a poco sarebbe partita l’avventura di Cambiamo Messina dal Basso.

Nel frattempo arriva la legittimazione a livello nazionale: ad ottobre, per lanciare la volata al Movimento, che per la prima volta si presenta alle Regionali con Giancarlo Cancelleri candidato alla presidenza e Valentina Zafarana all’Ars, Beppe Grillo prende il camper fino a Cannitello e raggiunge Messina a nuoto, con al seguito le tv di tutti i tg d’Italia. La convention di chiusura riempie Piazza Duomo, e qualche giorno dopo Valentina Zafarana diventa la prima messinese grillina a fregiarsi del titolo di onorevole, con oltre 2000 preferenze.

 

 

Passano quattro mesi ed alle nazionali del 2013 è il turno di Francesco D’Uva, a Messina, e di Alessio Villarosa, a Barcellona. I Cinque stelle sembrano lanciatissimi, ma le velleità di portare il movimento a Palazzo Zanca si infrangono con il risultato disastroso della candidata Maria Cristina Saija, che di lì a poco va via sbattendo la porta insieme ad alcuni dei grillini della prima ora. Tra gli errori gravi, che fanno convergere verso Accorinti gran parte dell’elettorato che nei mesi precedenti aveva mandato a Palermo e Roma due esponenti dei meet-up, c’è la scelta di non presentare liste ai quartieri. Dalla sconfitta il movimento cittadino ne esce frastornato (con la spaccatura del gruppo in due fazioni e scambi di accuse reciproche), e per qualche tempo si inabissa, mentre a Palazzo dei Normanni e a Montecitorio Valentina Zafarana e Francesco D’Uva si dimostrano tra i migliori dei messinesi: un lavoro, riconosciuto anche dagli avversari, che frutta ad entrambi la riconferma, mentre il Movimento diventa sempre più forte.

 

 

Il resto è storia nota e recente, con l’exploit senza precedenti alle Politiche del 4 marzo: per raccontare le proporzioni della vittoria basta affidarsi ai numeri, con 471 sezioni cittadine conquistate su un totale di 508 fra Camera e Senato (qui tutti i dati).

Un risultato, per certi versi inatteso, che apre nuovi scenari in vista delle prossime amministrative di giugno, quando il movimento proverà per la seconda volta la scalata a Palazzo Zanca. Con delle liste ai quartieri e un candidato sindaco che dovrebbe essere annunciato entro il prossimo 20 marzo. E tutti gli occhi sono puntati sull’ex ingegnere capo del Genio Civile Gaetano Sciacca. Che ha negato il coinvolgimento, ma senza troppa convinzione. Se gli fosse servita una spinta emotiva, dopo il trionfo del 4 marzo l’ha avuta.

 

 

 

 

 

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