MESSINA. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato conferito il dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche amministrazioni, conferito dall’università di Messina stamattina al teatro Vittorio Emanuele, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo messinese.
Parlamentare, cinque volte ministro, professore universitario di diritto parlamentare e giudice della corte costituzionale, Mattarella aveva già partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo messinese, in qualità di vicepresidente del consiglio, invitato dall’allora rettore Gaetano Silvestri, nel 1999. Dopo ventisei anni torna in città da presidente della Repubblica.
La lectio doctoralis di Mattarella è stata incentrata sull’Unione europea, ripercorrendone l’iter, iniziando dalle radici della Ceca (comunità europea del carbone e dell’acciaio) e riconnettendosi alla conferenza di Messina del 1955 che gettò le basi per l’unione. “La comunità europea è un apparato che agisce, ma che soprattutto fa agire”, ha spiegato per precisare i concetti di amministrazione indiretta e le giurisdizioni dei governi nazionali, e la loro evoluzione. “L’interazione tra livello comunitario e nazionale è così intensa da rendere difficile tracciare una linea di demarcazione tra i due sistemi: convergente attività del dialogo e della collaborazione tra amministrazioni europee e nazionali, che ha accresciuto il grado di omogeneità. Il diritto europeo esercita una forza di attrazione nei confronti dei diritti nazionali, e si condizionano reciprocamente. Migrazioni, cambiamenti climatici, transizione digitale, sanità, cybersicurezza, difesa, energia, non sono temi che posso essere affrontati dai singoli governi”. Alla fine, una freddura: “Gli stati dell’unione si dividono in due categorie: quelli piccoli e quelli che non sanno di essere piccoli”, a sottolineare il concetto della forza che l’Unione europea trae… dall’unione”.
La cerimonia è stata introdotta dalla rettrice Giovanna Spatari, che in apertura dell’anno accademico si è rivolta a Mattarella e lo ha ringraziato per “Il suo instancabile impegno nella tutela dei valori repubblicani e democratici“. Doveroso il riferimento alla Conferenza di Messina di cinquant’anni fa (della quale l’ateneo ha ricordato l’importanza con due giorni di studi), con omaggio a Gaetano Martino, ex ministro e rettore dell’ateneo messinese, “uomo di visioni lungimiranti che seppe trasformare una città del Mediterraneo in un crogiuolo di simboli e speranze. Messina ha rappresentato un luogo in cui culture diverse hanno saputo convivere e contaminarsi. L’Ateneo si impegna con determinazione a sostenibilità, digitalizzazione, inclusione sociale e costruzione di un’identità coesa e consapevole”, ha spiegato. Durante il suo discorso, Spatari ha tirato una riga sul suo appena trascorso primo anno da rettrice, lanciando però un grido d’allarme per la contrazione dei fondi dedicati all’università e alla ricerca nel fondo di finanziamento ordinario stanziato dal governo, nonostante il quale, ha dichiarato la rettrice, Volgiamo lo sguardo al futuro con ottimismo e determinazione”. La conclusione è stata dedicata agli studenti: “A voi giovani il compito più alto e più nobile: siate protagonisti del futuro, fatevi portatori di una conoscenza che si traduca in azione, solidarietà, costruzione di un mondo migliore”.
A Gaetano Silvestri, ex rettore ed ex presidente della corte costituzionale (proprio mentre Mattarella era giudice dello stesso organo) è toccato pronunciare la laudatio: “Mattarella, con coraggiosa apertura all’innovazione e sperimentazioni nelle verifiche degli effetti pratici delle riforme, ha affrontato sul piano scientifico argomenti di elevato spessore. Non ha mancato di sottolineare criticamente il capovolgimento dei rapporti tra governo e parlamento e la marginalizzazione del dibattito parlamentare”, ha concluso