MESSINA. Si è ripresentato negli ultimi giorni il problema degli atti vandalici nei confronti delle colonie feline cittadine. Dopo il caso dello scorso gennaio nella Scalinata Ringo, questa volta è toccato a una colonia felina del Viale Regina Elena. A intervenire Consigliere della V Municipalità Franco Laimo, che ha interpellato a riguardo anche l’Assessore con delega alla tutela e benessere degli animali Massimo Minutoli.

“Qualcuno -ha commentato il consigliere- ha sparso del liquido cancerogeno e velenoso su un muretto del cortile dove risiedono i gatti causando danni ad alcuni felini e forti irritazioni anche alla tutrice della colonia, che ha sporto denuncia all’Autorità di Pubblica Sicurezza, perchè sarebbe divenuta vittima di continue minacce verbali e di insulti da parte di alcuni cittadini della zona.”

“I felini -continua Laimo- sono tutti microchippati e sterilizzati e quotidianamente la tutrice cura e mantiene pulito il luogo dove dimorano i gatti.”

Anche la tutrice della colonia ha preso parola sull’evento: “Ho fatto l’impossibile per questi gattini, ho speso tutto quello che avevo ma perdere la mia dignità e della mia famiglia mi sembra troppo. I gatti sono in pericolo!”

“Ricordiamo- ha commentato Franco Laimo- che le colonie feline sono punti di aggregazione di gatti liberi, più o meno numerosi, che convivono e frequentano abitualmente una determinata area, pubblica o privata (persino condominiale), eventualmente accuditi e nutriti grazie all’aiuto di volontari. Questa forma di raccolta tiene sotto controllo la presenza degli animali sul territorio, la loro salute ed anche le nascite, evitando così di incrementare la problematica del randagismo.

Le colonie possono essere registrate presso il Comune e un responsabile, un referente, solitamente un volontario, viene formalmente incaricato al fine di gestire la colonia per tutto ciò che attiene il suo mantenimento, salvo che per le spese veterinarie che rimangono a carico dell’Ente.”

“Il Comune-continua- riconosce e favorisce l’attività del responsabile, fornendo, se possibile, cibo, cartellonistica atta a segnalare la presenza di una colonia felina e permettendo l’accesso dei volontari alla colonia quando necessario. I gatti appartenenti alle colonie feline vengono censiti, ne viene promossa l’adozione e sono sterilizzati dalla Autorità Sanitaria Locale che provvede, in seguito, al loro reinserimento nella colonia di appartenenza. E infine la legge tutela il benessere degli animali

“La legge nazionale che ha riconosciuto e che tutela le colonie feline è la Legge n. 281 del 1991 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”).  L’articolo 1 stabilisce che ‘Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente’. L’articolo 2 al comma VII, che ‘È vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà’. Ancora, al comma VIII, precisa: ‘I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo’. La disposizione, nei successivi commi IX e X, statuisce che i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili e che gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza. Si può ricordare, infine l’articolo 4 che al comma secondo, prevede: ‘I servizi comunali e i servizi veterinari delle unità sanitarie locali si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all’articolo 2’.”

“Quindi -conclude Laimo- è bene ricordare che maltrattamenti e abusi su animali sono , dunque, considerati ormai reati da tempo. È bene agire sempre legalmente e soprattutto con coscienza. Chiunque sia presente dinnanzi ad atti vandalici contro animali, vada a denunciare subito l’accaduto “.
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